“Stimata sorella”. Si rivolge così Papa Francesco alla signora Antje Jackelén, arcivescovo luterano di Uppsala, ricevuta stamane in udienza in Vaticano, insieme ad una delegazione della Chiesa Evangelica-Luterana di Svezia.
Nel suo discorso il Pontefice ricorda subito la celebrazione, lo scorso anno, del 50° anniversario del Decreto sull’ecumenismo del Vaticano II Unitatis Redintegratio, che definisce “il punto di riferimento fondamentale per l’impegno ecumenico della Chiesa cattolica”.
Evidenziando che “ormai non si può prescindere dall’ecumenismo”, il documento, infatti, “invita tutti i fedeli cattolici a intraprendere, riconoscendo i segni dei tempi, la via dell’unità per superare la divisione tra i cristiani”, rileva il Papa. Rimarca quindi come tale divisione sia una ferita per la Chiesa “che non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo” ma è anche “di scandalo al mondo” e “danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura”.
Bergoglio evidenzia poi un altro aspetto espresso nel testo conciliare, ovvero “l’apprezzamento nei confronti di quei fratelli e sorelle separati a cui nella coesistenza quotidiana talvolta si rischia di rivolgere scarsa considerazione”. In realtà - aggiunge il Santo Padre - “essi non vanno percepiti come avversari o come concorrenti, ma riconosciuti per quello che sono: fratelli e sorelle nella fede”.
Proprio in virtù di questa chiamata all’unità, il Papa rimarca anche l’impellente "impegno comune sul piano caritativo, in favore di tutti coloro che nel mondo soffrono a causa della miseria e della violenza, e hanno bisogno in modo particolare della nostra misericordia". Specialmente "la testimonianza dei nostri fratelli e sorelle perseguitati ci spinge a crescere nella comunione fraterna”, sottolinea.
Non dimentica poi di affermare che “di urgente attualità" è anche "la questione della dignità della vita umana, sempre da rispettare", come pure "le tematiche attinenti alla famiglia, al matrimonio e alla sessualità che non possono essere taciute o ignorate per timore di mettere a repentaglio il consenso ecumenico già raggiunto". "Sarebbe un peccato se in queste importanti questioni si consolidassero nuove differenze confessionali”, osserva il Santo Padre.
Ribadisce che Cattolici e Luterani, pertanto, “sono tenuti a ricercare e a promuovere l’unità nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle comunità in tutto il mondo”, pur riconoscendo che ci sono ancora lacune da colmare ad esempio “nella vita sacramentale e nel mistero ecclesiale”. “Lo Spirito Paraclito – afferma in ogni caso il Pontefice - sarà sempre luce e forza per l’ecumenismo spirituale e per il dialogo teologico”.
Oltre alla Unitatis Redintegratio, Francesco ricorda poi con piacere un altro documento: ‘Dal conflitto alla comunione – la commemorazione comune luterano-cattolica della Riforma nel 2017’, recentemente pubblicato dalla Commissione luterano-cattolica per l’unità. “Ci auguriamo di cuore che tale iniziativa possa incoraggiare a compiere, con l’aiuto di Dio e la nostra collaborazione con Lui e tra di noi, ulteriori passi nel cammino dell’unità”, dice.
Prima di concludere, auspicando una maggiore collaborazione tra Luterani e Cattolici, pronuncia infine un doppio ‘grazie’: anzitutto alla Chiesa Luterana svedese per “l’accoglienza fraterna” concessa a tanti migranti sudamericani nei tempi delle dittature, “che ha fatto crescere le famiglie”. Poi all'arcivescovo Jackelén “per la delicatezza che ha avuto nel nominare il mio grande amico, il pastore Anders Root, con cui abbiamo condiviso la cattedra di teologia spirituale e mi ha aiutato tanto nella vita spirituale”.