Il regista di 'Terra di Maria': "Dio voleva che facessi questo film!"

Juan Manuel Cotelo racconta in esclusiva i suoi progetti passati e futuri e il tema che ha più caro al mondo: la conversione

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Nel piccolo Teatro Flavio di Roma, si è svolto il 27 aprile un incontro con Juan Manuel Cotelo, regista dei film Terra di Maria e L’ultima Cima. Coloro che hanno collaborato alla diffusione di Terra di Maria sono venuti da tutta Italia per conoscere il regista e i nuovi progetti di Infinito+1, “casa di produzione spagnola che vuole parlare della Storia d’amore più antica e trascurata del mondo: quella tra Dio e l’uomo”, come spiega lo stesso Cotelo. Il quale, in un clima di fervore ed emozione, riservato di solito alle celebrità dei grandi schermi, ha concesso a ZENIT un’intervista esclusiva.

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Il suo film Terra di Maria ha avuto un successo straordinario, ad oggi è stato proiettato in più di 23 Paesi e la sua corsa continua. Come nasce questo progetto?

Diciamo che Terra di Maria nasce da due riflessioni. La prima è che ci sono verità che sono troppo grandi; noi possiamo passare di fronte a molte verità senza che queste riguardino la nostra esistenza. Posso conoscere Hong Kong, infondo non è male conoscerla, ma se non la conosco la mia vita continua lo stesso, così come posso conoscere il ministro dell’educazione della Finlandia che sicuramente sarà una persona interessantissima, ma se non ho questa possibilità non cambierà nulla nella mia vita. Se però qualcuno mi dicesse: “c’è una donna che non conosci che è tua madre”, io non posso sorvolare quest’argomento; non è solo interessante, è qualcosa di troppo grande su cui devo indagare. Inoltre mi viene detto che questa madre che non conosco mi parla ogni giorno, e anche io posso parlare con lei. A questo punto la domanda è semplice, lo posso dimostrare o è un atto di fede? Se lo posso dimostrare, lo voglio dimostrare! Nel mio piccolo, ci ho voluto provare, ho voluto tentare di dimostrare che Maria esiste, e che ci possiamo parlare ogni giorno!

L’altra riflessione è che vedo ogni giorno, senza doverla stare a cercare, la tristezza di molte persone; questa tristezza la trovo in qualsiasi tipo di persona, anche in chi segue la ricetta che la società ci suggerisce: persone sane che hanno un lavoro, hanno il denaro e hanno una famiglia, ma nonostante questo non sono contenti, sono tristi, a volte disperati. C’è un dato molto inquietante che ci deve far pensare: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i medicinali più venduti oggi sono gli antidepressivi, anche in paesi ultra sviluppati come la Spagna o l’Italia. 

Poi però se guardo attentamente, conosco persone che sono felici, molto felici. Allora penso:“forse sono matti; se è così significa che sono felici proprio perché sono matti”. Ma queste persone non sono matte, seguono semplicemente una ricetta, una ricetta gratuita che funziona nel 100% dei casi: accettano Gesù Cristo, ma non come una bella teoria, bensì come una pratica. È un po’ come una medicina: non ti chiedo di credere nella medicina, ti chiedo di prenderla! Quando hai il mal di testa non ha senso fare disquisizioni filosofiche sul Paracetamolo, lo devi prendere e basta! Tutto quello che può succedere, al massimo, è che non funzioni, che sia una storiella, ma se funziona la tua vita cambierà. Per questo ho realizzato Terra di Maria, perché sento l’obbligo verso me stesso e verso Dio di parlare di questa ricetta, di raccontarla, in modo che lo spettatore possa scegliere se seguirla o meno.

Quali frutti ha portato secondo lei il film Terra di Maria e quali vorrebbe che portasse ancora?

Non controllo i risultati e non penso ai risultati, mi sono dato l’obbligo di non pensarci. Quello che mi limito a fare è constatare che dei risultati ci sono e applaudirli, ma non per vanagloria; quella che applaudo è l’azione di Dio attraverso un film. Non so quale sarà l’effetto di Terra di Maria ma so che dovevo farlo, perché Dio voleva che lo facessi. L’unica certezza che ho è che Dio non perde tempo; quando fa qualcosa è Lui ad inserire il risultato; se lo vediamo o no è secondario. Prendiamo ad esempio la Crocefissione… umanamente noi non sempre ne capiamo il senso.Pensiamo che sia un’assurdità, che dopo tutto lo sforzo di Dio per farsi uomo, la sua morte in croce sia insensata; se ci limitiamo a giudicare i risultati non ci capiamo niente. Ma la verità è che non sappiamo quello che succede dietro, non possiamo immaginare gli sviluppi.

Dobbiamo capire che nulla di ciò che fa Dio è sterile; il risultato che Dio cerca in tutto quello che fa è sempre lo stesso: la nostra conversione! Per far questo si serve di tutto, per far questo ha fatto tutto: si è fatto uomo, ci ha donato il battesimo e i sacramenti, ha dato al mondo Maria, gli Apostoli e i Profeti. Dio ci cerca in centomila modi e se manca qualcosa può utilizzare anche con un film. L’invito di Dio è rivolto a tutti; noi possiamo anche dire che oggi non ci interessa, ma domani ce ne sarà un altro, dopodomani, tra un mese, tra un anno, tra dieci anni…È un continuo, un bombardamento, Dio non si stanca. 

Voglio raccontarti una storia che mi è accaduta poco tempo fa. Un signore di Valencia, un omone grande e grosso, mi ha detto un giorno: “Non sai quanto ti ho odiato”; io ho pensato che mi avrebbe picchiato e così gli ho detto che mi dispiaceva. Lui mi ha risposto: “La colpa non è tua ma di mia moglie! Mi ha chiesto di andare a vedere Terra di Maria, io non ci volevo andare, non mi piacciano i film religiosi. Quando l’ho visto mi sono annoiato a morte e sono uscito ancora più arrabbiato di come ero entrato. 

Ma la cosa peggiore è stata il giorno dopo, quando mia moglie mi ha chiesto di andare a Medjugorje. Quando siamo arrivati vedevo rosari da una parte, messe dall’altra, da quell’altra ancora adorazione, di qua via crucis… Era il primo giorno è già non ne potevo più! Fortunatamentemi ero portato le scarpe da scalata e sono andato a fare una bella escursione, ma non per pregare. Lì è accaduto l’incredibile. Sul monte ho visto il danno che io stesso ho fatto a Cristo sulla croce, ho visto la sofferenza di Gesù per i miei peccati. Sceso dalla montagna ho cercato un sacerdote per confessarmi, dopo 30 anni che non lo facevo. Sai chi mi odia oggi più di tutti? I miei figli! Quando entriamo in macchina, con il rosario in mano gli dico: ‘primo Mistero!’, loro mi dicono che non vogliono farlo e io allora ‘secondo Mistero!’”. Ti ho raccontato questo per dirti una cosa semplice: i risultati? Quando Dio Vuole, con chi Vuole e come Vuole.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

Il primo progetto è una serie di episodi dal titolo “Potrebbe succedere anche a te”; sono storie vere che raccontiamo in circa un’ora su casi di conversione estrema. Dopo che ho intervistato queste persone ne incontro altre che abbiano avuto esperienze simili a quelle del protagonista; alla fine di ogni episodio una domanda: “dopo aver visto questa storia, potrebbe succedere anche a te?”. Il primo capitolo che uscirà in Italia è su un ragazzo omosessuale che per 25 anni si è prostituito nei bordelli gay di Guadalajara; dopo aver incontrato Gesù si redime e, non rinunciando alla sua omosessualità ma vivendo la castità come prevede la Chiesa, evangelizza uomini e donne gay. Il secondo progetto, in fase di montaggio, è “Footprints”, un film sul Cammino di Santiago di Compostela; 12 ragazzi americani, accompagnati da un sacerdote, decidono di intraprendere il percorso più lungo di 800 km. Il film racconta le loro emozioni e le loro sensazioni, accompagnandole con una fotografia semplicemente sensazionale.

Secondo lei un film come Terra di Maria come può aiutare la conversione quotidiana di persone comuni?

Una volta hanno chiesto a Benedetto XVI quanti percorsi ci fossero per conoscere Dio, lui rispose “tanti quante sono le persone”. Terra di Maria forse ha aiutato molte persone alla conversione, ma se è così di sicuro non l
o ha fatto in un modo solo, perché ogni persona è differente. Alcuni sono rimasti colpiti dal personaggio del dottore, altri dalla ballerina di Las Vegas, altri dal sacerdote di Panama. Non c’è Uno spettatore né Un film, ognuno reagisce diversamente. Potremmo chiederci anche: come può la vita di Padre Pio aiutare un panettiere o come può la Vergine Maria di Lourdes aiutare un bancario?  La verità è che non lo so! Però forse Dio vuole che attraverso Padre Pio un panettiere sia aiutato, che la Vergine Maria conforti un bancario e perché no, un film converta una casalinga! Non possiamo controllare i movimenti delle conversioni. Quello che posso notare è che la varietà delle testimonianze di Terra di Maria è tale che chiunque ha la possibilità di riconoscersi in una di queste.

Personalmente, quella che più mi ha aiutato è la testimonianza di Lola Falana, anche se apparentemente non ho nulla a che vedere con lei. Non sono un ballerino, non vivo a Las Vegas, non ho una malattia grave come la sua, non sono stato nel suo gruppo religioso. Perché mi aiuta lei? Non lo so, ma sento che l’intervista più utile alla mia anima è stata questa. Non è un processo intellettuale, è un qualcosa che all’improvviso ti colpisce. Allo stesso modo posso dire che ogni volta che riguardo “Terra di Maria” e “L’Ultima Cima”, una nuova frase mi colpisce. Perché proprio adesso mi ha colpito questa frase? Perché Dio ha voluto che ora questa frase sia per me!

Una signora mi disse che la cosa che la colpì di più nel film “L’Ultima Cima” fu la foto in cui si vede Pablo con un bambino abbracciato. Tra di me ho pensato che in realtà quella foto l’avevo messa lì perché non avevo nient’altro da mettere; non era neanche di buona qualità, ma non avevo nient’altro e quindi l’ho messa. Eppure quella signora si è emozionata per quella foto. È impossibile domare lo Spirito Santo, è un cavallo selvaggio. Il papa nell’Evangelii Gaudium usa l’espressione “la fantasia dello Spirito Santo”. Non dobbiamo mai provare controllare la fantasia dello Spirito.

Perché per lei è così centrale il tema della conversione?

Perché per me la conversione significa tutto. Se dovessimo cercare un solo tema dove ti giochi la verità della tua vita questo è la conversione. La salute, il lavoro, la famiglia… sono tutte dimensioni molto importanti, ma non tanto quanto la dimensione che ti fa dire se sei arrivato o meno a Dio. O meglio, se hai permesso a Dio di arrivare a te oppure no. Il riassunto della tua vita non può essere se hai vinto il Nobel o l’Oscar, il riassunto della tua vita deve essere: hai permesso a Dio di arrivare a te si o no? Hai incontrato la verità, sei il figlio di Dio, sì o no? Ho la sensazione che se parliamo di cose che non riguardano la conversione, possiamo parlare di cose interessanti, ma non essenziali. È come il bersaglio dell’arco: hai il centro rosso che valle 100 punti e più ti allontani più il punteggio diminuisce. Il mondo è pieno di punteggi interessanti, ma se vuoi prendere il centro, se vuoi fare 100 punti, devi parlare della conversione!

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Gianluca Badii

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