Ieri mattina Papa Francesco ha voluto far arrivare la propria voce ai visitatori di Expo Milano 2015 con un messaggio in diretta durante l’“opening” dell’esposizione, reso possibile dalla collaborazione tra la Rai e il Centro televisivo vaticano. La sua voce – ha però subito sottolineato – non è quella del Vescovo di Roma, ma “di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte”. E proprio pensando a queste situazioni di sofferenza e difficoltà, il Pontefice ha auspicato che Expo sia un’occasione per non dimenticare “i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano”.
L’invito di Francesco è stato quindi a “globalizzare la solidarietà”: “Vorrei che ogni persona che passerà a visitare l’Expo di Milano, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti”, ha detto. Sono tutti questi – ha proseguito – “una presenza nascosta, ma che in ogni realtà deve essere la vera protagonista dell’evento: i volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente e nociva”.
L’auspicio è quindi che la sofferenza di questa gente “non resti solo un ‘tema’”. Per farlo bisogna, anzitutto, “cambiare mentalità” smettendo di pensare “che le nostre azioni quotidiane – ad ogni grado di responsabilità – non abbiano un impatto sulla vita di chi, vicino o lontano, soffre la fame”.
Augurando “saggezza e coraggio” ai diversi operatori e ricercatori del settore alimentare che rivestiranno un ruolo importante nell’Esposizione di Milano, il Papa esprime la speranza che l’esperienza dell’Expo “permetta agli imprenditori, ai commercianti, agli studiosi, di sentirsi coinvolti in un grande progetto di solidarietà: quello di nutrire il pianeta nel rispetto di ogni uomo e donna che vi abita e nel rispetto dell’ambiente naturale”.
“Questa è una grande sfida alla quale Dio chiama l’umanità del secolo XXI – ha soggiunto – smettere finalmente di abusare del giardino che Dio ci ha affidato, perché tutti possano mangiare dei frutti di questo giardino. Assumere tale grande progetto dà piena dignità al lavoro di chi produce e di chi ricerca nel campo alimentare”.
Infine, in riferimento alla ricorrenza di ieri del Primo Maggio, giorno dedicato al lavoro, il Papa ha ricordato e ringraziato tutti i lavoratori che hanno faticato per l’Esposizione Universale, a cominciare da quelli “più nascosti”, che magari proprio lavorando a Milano sono riusciti a guadagnare il pane da portare alle loro famiglie a casa.“Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo!”, è stato quindi l’appello del Pontefice. A cui ne è seguito un altro di portata universale: “Che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna”.
Nel pomeriggio di ieri è stato, poi, inaugurato il Padiglione della Santa Sede, promosso, realizzato e gestito in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura , la Conferenza Episcopale Italiana e la Diocesi di Milano, con il contributo del Pontificio Consiglio “Cor Unum”.
All’inaugurazione sono intervenuti il presidente del Dicastero della Cultura, nonché commissario generale della Santa Sede per Expo2015, il cardinale Gianfranco Ravasi. Insieme a lui il vice commissario del Padiglione vaticano e membro del Pontificio Consiglio, mons. Pasquale Iacobone; il vicario episcopale della Diocesi di Milano per la Cultura, la Carità e l’Azione sociale, monsignor Luca Bressan e il vice commissario del Padiglione della Santa Sede e vice direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti.
Due sono le frasi che ispirano il padiglione della Santa Sede. “La prima, ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano’, è espressa dal tavolo”, ha ricordato Ravasi, facendo riferimento all’installazione curata dallo studio Mammafotogramma al centro dello spazio espositivo: un tavolo interattivo su cui immagini prendono vita al passaggio dei visitatori.
“Questa opera – ha spiegato il porporato – rappresenta il tavolo del mondo: da un lato sono seduti alcuni pochi che hanno una grande quantità di cibo, tanto da soffrirne e, dall’altra, una folla enorme che si deve accontentare delle briciole. Sta dunque a ricordare che Dio ha imbandito la tavola per tutti”. “L’altra frase è ‘Non di solo pane’ e sta a dire che l’uomo ha bisogno anche di un altro cibo, quello spirituale”.
Nella giornata inaugurale, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha esortato invece a non banalizzare il tema dell’esposizione: “La fame può essere sconfitta. L’Expo sarà un successo se eliminerà il pregiudizio secondo cui la fame nel mondo è invincibile. Per affrontare il tema del diritto al cibo occorre che sia abbattuta la speculazione sui cibi, ma è necessario anche rispondere al bisogno spirituale della famiglia umana, perché ognuno di noi per condividere deve capire quale senso ha la vita”.
Il testo integrale dell’intervento del Papa è disponibile qui.