"I problemi si superano con la solidarietà"

Il Papa incontra i pellegrini della diocesi di Isernia e, ricordando i problemi che affliggono la loro terra, incoraggia ad andare avanti con coraggio

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“Dal momento in cui io sono entrato ho visto la vostra gioia, siete gioiosi voi, siete gioiosi! Adesso capisco un po’ perché Papa Celestino non si trovava bene a Roma, è tornato da voi… Per la vostra gioia!”. Si è aperta con simpatia l’udienza di stamane di Papa Francesco, in Aula Paolo VI, ai partecipanti al pellegrinaggio della diocesi di Isernia-Venafro, organizzato dopo la visita pastorale del Pontefice nella Diocesi molisana il 5 luglio dell’anno scorso.  

Il Papa ricorda subito la sua visita e anche “i numerosi e gravi problemi” che ancora affliggono quella terra. Anzitutto il problema “cronico” della disoccupazione, che tocca soprattutto le giovani generazioni costrette spesso ad emigrare verso altri Paesi. Poi “la mancanza di servizi adeguati alle effettive necessità delle persone – in particolare anziani, ammalati e disabili – e delle famiglie”.

Di fronte a questo scenario “preoccupante”, il Papa evidenzia la necessità di “una mobilitazione generale, che unisca gli sforzi della popolazione, delle Istituzioni, dei privati e delle diverse realtà civili”. Perché, afferma, “non si possono rimandare passi concreti per favorire l’aprirsi di nuovi posti di lavoro dando così, soprattutto ai giovani, la possibilità di realizzare sé stessi mediante un’onesta attività lavorativa”.

“Si deve cercare di trovare cose per i giovani, posti di lavoro, piccole cose, perché, voi sapete, il lavoro ti dà la dignità”, afferma il Santo Padre, incoraggiando a pregare e cercare “piccole cose” per i giovani.

Tra le necessità che avverte la Diocesi di Isernia c’è poi quella di “un nuovo slancio missionario, che sappia andare oltre una realtà religiosa statica”. Il Papa ricorda quindi l’Anno giubilare Celestiniano in corso che – dice – “offre alle vostre comunità l’opportunità di ritornare a Cristo, al Vangelo, di riconciliarsi con Dio e con il prossimo”.

“È bello riconciliarsi, avere l’anima in pace”, esclama Francesco, è bello avere “la famiglia in pace, il quartiere in pace… E questo è un lavoro che la grazia di Dio farà, se noi andiamo avanti con questo impegno”. Inoltre, così – aggiunge – può rinascere “il desiderio di portare il suo amore a tutti, soprattutto alle persone sole, emarginate, umiliate dalla sofferenza, dall’ingiustizia sociale; a tanti che, stanchi di parole umane, sentono una profonda nostalgia di Dio”.

L’auspicio del Pontefice è poi che il giubileo diocesano prepari a far vivere ancora meglio l’Anno Santo straordinario della Misericordia ai fedeli isernini. “Possano questi tempi forti suscitare un vigoroso slancio missionario specialmente nelle parrocchie, dove la comunione ecclesiale trova la sua più immediata e visibile espressione”, augura il Vescovo di Roma. E sottolinea che “quando le difficoltà sembrano offuscare le prospettive di un futuro migliore, quando si sperimenta il fallimento e il vuoto attorno a noi, è il momento della speranza cristiana, fondata nel Signore Risorto e accompagnata da un ampio sforzo caritativo verso i più bisognosi”.

In particolare, Papa Francesco esorta i giovani di Abruzzo e Molise “ad andare avanti con coraggio, a vincere le sfide del momento presente sostenendovi e aiutandovi l’un l’altro”: “I problemi – ribadisce – si superano con la solidarietà. Vi incoraggio perciò ad essere testimoni di solidarietà nelle vostre città e nei vostri paesi, al lavoro, a scuola, in famiglia, nei luoghi di ritrovo”.

Infine affida tutti i presenti alla Vergine Maria affinché – prega – “vi trasformi in apostoli umili, credibili ed efficaci del Vangelo e vi sostenga nei vostri buoni propositi”. Si rivolge pure ai Santi “che hanno impreziosito il cammino di fede del vostro popolo” e raccomanda: “Sostenuti da tali potenti intercessori, guardate senza paura e con speranza al futuro vostro e della vostra terra”. Dopo aver pregato quindi un’Ave Maria insieme all’assemblea, il Papa aggiunge: “E adesso mi piacerebbe sentire cantare un po’!”.

Il testo del discorso è disponibile qui.

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ZENIT Staff

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