“Rispondere alla discordia con la violenza non è necessario ne inevitabile: piuttosto rappresenta un fallimento dell’intelletto e della ragione, un’incapacità di sostenere le complessità psicologiche e sociali e di saper anche perdonare la cattiveria per stabilire società dove le genti convivano in pace e sicurezza”
Questo uno dei principi su cui sono convenuti oltre 250 dei più influenti sapienti musulmani da tutto il mondo, accademici e leader intellettuali, riuniti ad Abu Dhabi dal 28 al 30 aprile per la seconda edizione del “Forum per la promozione della pace nelle società musulmane” sotto il patrocinio di Shaykh Abdallah bin Zayed, ministro degli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti.
Fra i rappresentanti musulmani ha preso parte anche Yahya Pallavicini, vicepresidente della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana, rinnovando così l’impegno anche a livello internazionale all’interno di un network che rappresenta una realtà qualificata, autentica e diffusa della comunità islamica contemporanea ben consapevole del patrimonio tradizionale e della distinzione dal fondamentalismo dell’islam politico e radicale.
Il Forum ha lo scopo di creare un fronte unito tra i rappresentanti più autorevoli del mondo musulmano per reagire al rischio delle derive ideologiche estremiste, del settarismo e del terrorismo che negli ultimi anni stanno attaccando con sempre maggiore violenza l’Islam stesso e il mondo intero.
“Scopo della seconda edizione del Forum è di ristabilire le priorità delle società islamiche riabilitando i cuori e gli intelletti ad una comprensione più profonda dell’essenzialità della pace nell’Islam, nella sharia e nella tradizione – si legge nella presentazione ufficiale – Questo può essere raggiunto solo aderendo ad una metodologia corretta di interpretazione della Scrittura e delle tradizioni delle prime generazioni di musulmani, in quanto la violenza e la devastazione che dilagano nel mondo islamico di oggi non sono soltanto proibite dall’Islam e condannate dalla sharia, bensì sono al di là della luce della ragione e dell’umanità”.
Tra i molti temi discussi: la corretta interpretazione tramite una discriminazione del contesto attuale contemporaneo di concetti tradizionali islamici molto dibattuti e spesso strumentalizzati come jihad, il takfir (scomunica) e la questione femminile. È stata inoltre approfondita la conoscenza dell’espansione geografica della crisi nelle società islamiche e presentati alcuni “case studies” di successo di riconciliazione pacifica.