Nel vento dello spirito

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nicodemo è presentato nel Vangelo secondo Giovanni come fariseo, cioè appartenente al gruppo giudaico che attendeva la perfezione personale e la riforma del popolo dalla stretta osservanza della Legge mosaica; come uno dei capi dei Giudei e, dunque, membro del Sinedrio. Nicodemo è studioso, osservante e maestro della Legge, è uomo costituito in autorità. Ma fatica ad entrare nella logica di Dio e a lasciarsi rinnovare e rigenerare dall’alto nello Spirito. 

Meditazione

Nicodemo va di notte ad incontrare Gesù, ma la luce non lo illumina e lui scompare nella notte, perché è ancora un partigiano dell’ideologia della Legge, che assoggetta il popolo e gli impedisce di realizzare il disegno divino. Nicodemo, infatti, crede di sapere perfettamente tutto quello che riguarda Dio. Ma l’Evangelista, con la sua fine ironia, ci mostra che quel sapere si sfalda. Non sappiamo se ha creduto o meno. È venuto, ha parlato e ad un certo punto è scomparso, mentre sulla scena resta solo Gesù a spiegare la Parola. Nicodemo considera Gesù come maestro venuto da Dio, ma quando ascolta che il regno di Dio non si basa sul passato, perché esige un nuovo inizio dall’alto, chiude il cuore. Per lui è impossibile cominciare di nuovo, l’uomo è figlio del suo passato. La risposta di Gesù è categorica: la nascita da acqua-Spirito è indispensabile per entrare nel regno di Dio. La carne, cioè l’umanità nella sua povertà e debolezza, abbandonata a se stessa può offrire solo risultati di “carne”. Soltanto Dio, mediante il suo Spirito, può creare l’uomo nuovo. Lo Spirito è “vento”, che affascina e percuote; è “soffio” che accarezza e conduce. Lo Spirito Santo è forza traboccante che viene da Dio e stabilisce la “comunicazione” tra il finito e l’Infinito; deriva dall’alto ma è come calamitato dal basso. Lo Spirito è l’intimità amabile di Dio, relazione che unisce perché distingue. Lo Spirito si “adatta” a noi facen­doci santi, ma ad immagine del Figlio; abita in noi, ma senza farci uscire da noi e sostituirsi al nostro io, anzi facendoci essere ancora di più noi stessi; è perdono in cui Dio si dà, per così dire, a “fondo perduto”. Lo Spirito apre il cuore del Dio trinitario al mondo degli uomini, fino a rendere possibile l’ingresso del Figlio nell’esilio dei peccatori. Per questo è dono che libera, amore che unisce, forza che rigenera dall’alto. Estasi e sintesi di Dio, lo Spirito è l’estasi orante dell’uomo e la sintesi amante della Chiesa; così è chiunque è nato dallo Spirito. 

Preghiera

Spirito Santo Dio, dammi il coraggio dell’estasi, l’armonia della gioia, l’umiltà del servizio, per essere con te nello stesso Vento, nella medesima Libertà. 

Agire

Oggi mi impegnerò a dare il primato allo Spirito, cercando “le cose di lassù”. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorMario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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