Per avere un’idea della traccia indelebile che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno lasciato nel mondo, basta guardare al modo partecipe e gioioso con cui, in Paesi di diversa latitudine, soprattutto dell’emisfero sud, i fedeli assisteranno alla canonizzazione che si celebrerà domani, in piazza San Pietro.
L’Africa, il continente che Giovanni Paolo II ha visitato più volte degli altri, ha conservato un rapporto particolare con il Papa polacco. Sono impresse nella memoria degli africani le parole d’affetto che Wojtyla pronunciò e scrisse nei loro confronti, dimostrando di apprezzare le tradizioni africane, “aperte al vangelo, aperte alla verità”, tanto da invitare i popoli locali a conservarle e da diffidarli dal guardare “verso la cosiddetta ‘libertà del modo di vivere moderno’”.
È per questo che in un Paese come la Costa d’Avorio, dove Giovanni Paolo II “è rimasto nel cuore”, in attesa dell’evento di domani “c’è un clima di festa e di grande fervore nelle parrocchie”, spiega all’agenzia Misna padre Huppolyte Mel, superiore di un seminario di un quartiere popolare di Abidjian. “La radio nazionale cattolica – prosegue il sacerdote – trasmetterà un programma in diretta domenica per seguire passo dopo passo la celebrazione in Vaticano”.
Un entusiasmo simile si percepisce in Gabon, da cui è partita una delegazione di 250 pellegrini per assistere da piazza San Pietro alla canonizzazione di Giovanni Paolo II, che durante la sua visita apostolica esortò: “Chiesa del Gabon, alzati e cammina”. Ebbene, spiega una fonte dell’arcivescovado di Libreville a Misna, “il suo è stato un appello profetico: oggi c’è un’intera generazione di preti e religiose chiamati figli di Giovanni Paolo II e nel Paese l’ecumenismo da lui auspicato è diventato una realtà consolidata”.
Anche nel confinante Camerun si ha un ricordo molto vivo della visita di Giovanni Paolo II, nel 1995, occasione in cui il Santo Padre firmò e consegnò la sua prima Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Africa. Il fatto che abbia scelto il Camerun per compiere tale gesto è considerato ancora oggi, a distanza di 20 anni, una benedizione per la nostra nazione”, afferma il cancelliere dell’arcivescovado di Douala, padre Joseph Ndoum.
Nel Centrafrica, martoriato a causa di una grave crisi politico-militare, si pregherà per la canonizzazione dei due Papi. “Rimane impressa nella mente dei centrafricani il gesto di Giovanni Paolo II che si è abbassato e ha baciato il suolo del nostro Paese al suo arrivo all’aeroporto di Bangui quasi 30 anni fa. Un gesto molto forte e una benedizione” dice alla Misna padre Cyriaque Gbate, segretario generale della Conferenza episcopale del Centrafrica.
L’Asia, un continente su cui Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II “hanno avuto un impatto molto importante nella società”, come riferisce all’agenzia Misna padre James Channan, direttore del Peace Centre di Lahore, in Pakistan.
“Nel contesto asiatico, l’enciclica Pacem in terris di Papa Giovanni XXIII – afferma padre Channan – ha influenzato immensamente gli sforzi di molti asiatici nella ricerca di un dialogo tra persone di religioni diverse. Un’Enciclica che aveva posto al centro i diritti fondamentali della persona. Il rispetto delle altre religioni e quindi il diritto al culto”.
Un vivace fermento si avverte nelle Filippine, dove molti fedeli avrebbero voluto assistere da Roma all’evento ma, impossibilitati ad affrontare i costi del viaggio, si affideranno alla diretta streaming della cerimonia, possibile grazie a un’iniziativa pubblica del media cattolico Jesuit Communications (JesCom).
In contemporanea – riferisce l’agenzia AsiaNews – l’arcivescovo di Manila, card. Luís Antonio Tagle, celebrerà una Messa in onore dei “Papi-santi”. In particolare, il Pontefice polacco – che ha visitato l’arcipelago in tre occasioni, due da Papa e una in precedenza quando era ancora cardinale – è forse la personalità più amata e riverita, oltre che familiare per i filippini. In occasione della Gmg del 1995 ha radunato attorno a sé tra quattro e sei milioni di persone, definita “la più grande folla papale” della storia.
L’affetto verso i due Pontefici trasuda anche dalla Corea. “Entrambi i Papi santi – sottolinea ad AsiaNews l’arcivescovo di Seoul, il card. Andrea Yoem Soo-jung – hanno avuto relazioni strette con la Chiesa cattolica coreana”. Il porporato ricorda l’impegno di papa Roncalli per far ottenere al governo coreano il riconoscimento internazionale, nonché i due viaggi svolti in Corea da Giovanni Paolo II.
L’evento della canonizzazione doppia è definito “memorabile” in Indonesia. L’arcivescovo di Jakarta mons, Ignatius Suharyo ha indetto una celebrazione di preghiera e ringraziamento, in programma all’Indonesian Miniature Park (Tmii); prevista la partecipazione di almeno 1.500 cattolici di tutte le parrocchie dell’arcidiocesi.
In quello che la Chiesa ha sempre considerato “il Continente della Speranza”, quell’America Latina cattolica per eccellenza, si rincorrono le iniziative di preghiera e di festa per la canonizzazione dei due Papi. In Messico i fedeli saluteranno i due nuovi santi rivolgendo uno “specchio verso il cielo” a mezzogiorno di domenica 27. In un’originale dimostrazione di fede, in qualunque posto si troveranno – a casa, nei parchi, nelle strade – i fedeli potranno rivolgere specchietti verso il cielo per “riflettere la luce della fede del popolo messicano”. Il nunzio apostolico in Messico, mons. Christophe Pierre, presiederà una Messa nella basilica di Nostra Signora di Guadalupe, dove si potranno venerare le reliquie dei due santi.
Aria di festa anche a Cuba. In una nota dell’episcopato cubano si ricorda che il Paese ha molto da ringraziare a questi due pontefici: a Giovanni XXIII per il suo intervento durante la cosiddetta “Crisi di Ottobre” per evitare lo scoppio di un conflitto nucleare tra Unione Sovietica, Stati Uniti e Cuba; ed a Giovanni Paolo II perché è stato il primo Papa che ha visitato il Paese. Anche per quest’occasione il governo cubano aprirà gli spazi della televisione pubblica, il Canale educativo della Televisione Cubana, per ritrasmettere, alle ore 21 di domenica, la Messa di canonizzazione.
Nella vicina Guatemala, alle ore 14, partirà una processione che confluirà nella piazza centrale della cattedrale, dove sarà celebrata la Messa di ringraziamento per le canonizzazioni.
A Panama tutte le reti televisive in contemporanea trasmetteranno dalle 5 del mattino la canonizzazione dei Papi, mentre la Conferenza episcopale della Bolivia, in un videomessaggio, ha invitato tutti i fedeli a partecipare alle celebrazioni per i nuovi Santi, nelle proprie diocesi e parrocchie.
In Venezuela
Nella cattedrale metropolitana di Buenos Aires, in Argentina, l’appuntamento è invece alle 11.00, orario d’inizio della Messa presieduta dal card. Mario Aurelio Poli. Per l’occasione saranno anche esposte le reliquie dei due santi. A Montevideo, in Uruguay, il prossimo 4 maggio sarà il nunzio apostolico, mons. Anselmo Pecorari, a presiedere la Messa di ringraziamento, nella cattedrale metropolitana, prima di congedarsi dal Paese, dopo la nomina a nunzio apostolico in Bulgaria.
Indice dell’affetto verso Giovanni Paolo II in Medio Oriente è testimoniato dalla presenza di migliaia di cristiani liba
nesi presenti a Roma per la canonizzazione. Nella loro memoria è sempre vivo il ricordo della visita del Pontefice nel 1997 e della Messa all’aperto, a Beirut, di fronte al mare, che riunì la metà dei cristiani del Libano.
In un Iraq che attende le elezioni del 30 aprile tra la paura di nuovi attentati, in occasione della canonizzazione si terrà una Messa, presieduta dal patriarca Louis Sako, nella chiesa caldea della Vergine Maria Regina del Rosario a Baghdad.