Esce in questi giorni in libreria Quel che resta di loro. Viaggio tra i cristiani d’oriente (ed. Lindau, 160 pag. – 16,00€) di Antonio Picasso, giornalista attento alle vicende mediorientali e al mondo islamico, che nel 2010 ha pubblicato Il Medio Oriente cristiano (Cooper, Roma), di cui questo libro è la naturale continuazione.
Quasi ogni giorno i mezzi di informazione parlano del Medio Oriente, dei conflitti che lo attraversano, dei dittatori che vi imperversano, della scia di sangue delle cosiddette primavere arabe. Siamo però sicuri che questo costante flusso di notizie ci permetta di cogliere una realtà tanto complessa e frammentata? Abbiamo davvero un’idea corretta delle varie religioni e confessioni che lì si fronteggiano? E chi sono i cristiani che abitano nei luoghi della prima evangelizzazione, quali drammi soffrono, quali speranze nutrono?
In questo libro Antonio Picasso ci porta per le strade di Iraq, Siria, Libano ed Egitto, ci fa parlare con i cristiani che vi risiedono, ci fa capire che cosa vuol dire credere in Gesù e nel Vangelo dall’altra parte del Mediterraneo. In questo modo ci aiuta anche a comprendere i tanti siriani, iracheni ed egiziani che sono fuggiti dai loro Paesi in guerra e in crisi, che adesso abitano accanto a noi e condividono la nostra vita.
Il terzo capitolo Delenda Damascus, è dedicato al viaggio dal seminario di Ain Traz (che si trova a sud-ovest di Beirut) a Damasco, che l’autore ha occasione di fare in macchina insieme a Sua Beatitudine Gregorio III Laham, patriarca cattolico di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei melchiti.
In queste pagine il patriarca alterna riflessioni sulla storia della sua Chiesa e analisi politica attuale, affermando:
«Nessuno sa quanti siamo.» È il leitmotiv di tutti i cristiani in Medio Oriente: melchiti, maroniti o greco-ortodossi. «Abbiamo paura di contarci e di scoprire di essere rimasti davvero in pochi».