“Un crimine di guerra”. Senza giri di parole, il Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti cattolici, Gregorio III, ha parlato delle chiese di Maaloula distrutte durante la sua visita al villaggio siriano, riconquistato dall’esercito al Fronte islamico al-Nusra.
Con occhi pieni di desolazione, il patriarca ha inoltre aggiunto: “È il mistero dell’iniquità che si vede all’opera”. Il patriarca greco-cattolico ha visitato il villaggio insieme con il patriarca greco-ortodosso Youhanna Yazigi e con i rappresentanti del patriarcato siriaco-ortodosso, armeno-ortodosso e siriaco-cattolico, accompagnati da alcuni giornalisti e da uomini della sicurezza. E poco dopo ha anche reso visita al capo di Stato siriano, anch’egli in visita al villaggio. “Ci si è presentato uno spettacolo apocalittico. Altre chiese sono state distrutte in Siria, ma io non ho mai visto cose così. Ho pianto e ho cercato inutilmente un momento di solitudine per pregare. Sono affranto”, ha detto ancora il prelato.
Oggi, 23 aprile, si celebra San Giorgio. Un’antica chiesa dedicata a questo santo si presenta agli occhi di chi si trova a Maaluola “crivellata di colpi” così come “le quattro chiese storiche” del villaggio, come riferisce Gregorio III. E ancora: “La cupola del convento è lesionata in due punti. Le mura sono sventrate dalle cannonate. Alcune parti del convento rischiano di crollare e debbono essere ricostruite. Le icone sono sparse a terra, sporcate o rubate. Attualmente è del tutto inabitabile”.
“Nel convento dei santi Sarkis e Bakhos, lo storico altare pagano, convertito in altare cristiano, il solo di tale tipo, è rotto in due”. Lo stesso spettacolo di devastazione si offre agli sguardi nelle chiese di sant’Elia e santa Tecla, del patriarcato greco-ortodosso.
A giudizio di Gregorio III, la devastazione di Maaloula è “un crimine organizzato” e “un vero crimine di guerra”. La Carta di Londra (1946) definisce crimini di guerra “il saccheggio di beni pubblici o privati, distruzione senza motivo di città e villaggi, o la devastazione non giustificata da esigenze militari”. “Non c’è – dice ancora il Patriarca – alcuna giustificazione militare al vandalismo che c’è stato. Si ha l’impressione che fosse un vandalismo comandato”. E “perché aver fatto delle nostre chiese delle posizioni trincerate?” per tentare di darsi una spiegazione di tutte queste distruzioni.
Gregorio III non lesina critiche alla “indifferenza criminale con la quale il mondo occidentale, col falso pretesto della difesa della democrazia, continua ad assistere a questo spettacolo di distruzione”. Per il Patriarca “bisogna assolutamente impedire che il virus dell’odio si diffonda”. Ha infine ricordato che ancora non si hanno notizie dei sei abitanti di Maaloula rapiti, come dei vescovi greco-ortodosso e siriaco-ortodosso di Aleppo, scomparsi da più di un anno.
(F.C.)