In archivio abbiamo trovato un commento del cardinale Agostino Casaroli, già segretario di Stato, nei confronti del beato Giovanni XXIII.
Ci ha molto colpito perché il commento potrebbe benissimo essere attribuito anche nei confronti di papa Francesco.
A proposito di Giovanni XXIII, il cardinale Agostino Casaroli ha scritto: “La novità non riguardava la dottrina, ma piuttosto il modo di esporla e forse, talvolta, d’interpretarla, senza tradirla o modificarla mai. E di applicarla alle situazioni concrete. Riguardava poi, per così dire, lo stile, nel parlare e nell’agire, sia all’interno sia all’esterno della Chiesa: una maggiore prontezza alla comprensione dell’altro; una carica di simpatia nello sforzarsi di valutare la mentalità o gli atteggiamenti anche dei più lontani; una capacità di rendersi conto delle loro difficoltà obiettive e l’arte di saper creare un clima di fiducia, nonostante la distanza, o addirittura l’opposizione frontale delle posizioni reciproche; la cura di non offendere le persone pur dicendo la verità”.
(Agostino Casaroli, Il martirio della pazienza. La Santa Sede e i paesi comunisti (1963-1989), Einaudi, Torino 2000)