La Conferenza Episcopale Toscana chiede di "evitare di banalizzare l'aborto"

In una nota diffusa oggi a seguito dell’incontro con il segretario generale della Cei, i presuli stigmatizzano anche “l’assunzione dell’ideologia gender”

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La Conferenza Episcopale Toscana ha diffuso oggi un comunicato sull’incontro che si è tenuto il 7 e l’8 aprile scorsi con il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino. I presuli toscani parlano di “un incontro fraterno”, servito per “mettere a fuoco alcune questioni in ordine alla comunione e alla collaborazione tra vescovi e Chiese, anche nell’ottica del legame peculiare che il nostro Paese ha con il Santo Padre, Vescovo di Roma e Primate d’Italia”.

I presuli hanno inoltre espresso “preoccupazione” per come “la doverosa campagna contro il bullismo e le discriminazioni” si sia di fatto trasformata nel tentativo di propagandare l’ideologia gender, “che mette in discussione i fondamenti della identità della persona umana, esautorando tra l’altro le famiglie dalla loro responsabilità e dal loro diritto all’educazione dei propri figli”. Di qui la richiesta che “tutti coloro che hanno a cuore la persona umana”, s’impegnino a contribuire “alla realizzazione di percorsi educativi contro le discriminazioni, che non implichino però l’assunzione di un’ideologia che nega i presupposti naturali dell’identità delle persone”.

“Partendo dalle preoccupazioni per il venir meno di una corretta visione antropologica”, un altro richiamo è stato formulato dai vescovi affinché nell’applicazione della Legge 194 si eviti “la banalizzazione dell’aborto”, mentre risultano “ancora assenti serie politiche” che ne combattano le cause, “specie se tali cause – conclude la nota della Conferenza Episcopale Toscana – sono legate a necessità materiali della donna o della famiglia”.

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ZENIT Staff

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