Sedici morti, cinquecento feriti, altrettante case distrutte e oltre diecimila sfollati. E’ il tragico bilancio del forte incendio che ha devastato, nella notte tra sabato e domenica, parte di Valparaíso, città cilena del Pacifico, il cui centro coloniale è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Un vero dramma che ha addolorato profondamente l’animo del Pontefice, il quale ha assicurato vicinanza spirituale a tutti gli abitanti della città attraverso un telegramma, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, indirizzato al vescovo Gonzalo Duarte García de Cortázar.
Nella missiva, il Santo Padre esprime il suo cordoglio per le vittime e per i feriti e incoraggia a proseguire negli sforzi le squadre di soccorso, invitando al contempo le autorità e la popolazione a “non perdersi d’animo di fronte a tale avversità, perché con spirito di carità fraterna giunga a tutte le persone colpite l’aiuto necessario”.
Come riferisce L’Osservatore Romano, la presidente cilena, Michelle Bachelet, ha dichiarato lo stato di calamità e ha mobilitato le forze armate per prestare soccorso alla popolazione della città. Il Capo di Stato ha inoltre raggiunto ieri sera nella città il ministro dell’Interno, Rodriguo Peñailillo, con il quale ha presieduto una riunione d’emergenza per fare il punto sulle operazioni di questa “tremenda tragedia”.
Le potenti fiamme sono state domate questa mattina, anche se alcuni focolai sono ancora attivi. Secondo il sindaco di Valparaíso, Jorge Castro, il terribile incendio è scoppiato nella località boschiva di La Pólvora e da lì si è rapidamente propagato verso le zone abitate, devastando quasi 300 ettari di terreno. (S.C.)