Lettura
L’episodio del Vangelo odierno è ambientato durante la cena offerta dalle due sorelle Marta e Maria per il ritrovato fratello Lazzaro, grazie al miracolo operato da Gesù nel capitolo precedente. È la festa per il ritorno alla vita. Il fatto raccontato accade «sei giorni prima della Pasqua». L’unzione di Gesù a Betania segna perciò l’inizio dell’ultima settimana di Gesù: è il principio della nuova creazione. In questo gesto, la creazione raggiunge la sua dimensione nuziale e il fine per cui è creata: essere risposta d’amore all’Amore del Creatore.
Meditazione
Durante la cena, Maria unge i piedi di Gesù con una libbra di profumo di puro nardo, corrispondente a327 grammi, quasi mezzo chilo! Il nardo era un profumo costosissimo, valutato da Giuda in trecento denari, corrispondenti quasi alla paga annuale di un bracciante agricolo. Nell’ungere i piedi di Gesù, Maria si fa sua serva, anzi “sposa”; anche Gesù si presenterà come lo Sposo ripetendo lo stesso gesto verso la comunità dei discepoli nell’ultima cena. Poi Maria fa un gesto scandaloso: «cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli». In Oriente le donne non possono mai andare con i capelli sciolti, solo il marito può vedere i capelli della sua donna. Quindi Maria di Betania, per asciugare i piedi di Gesù, si toglie il velo e si scioglie i capelli nel gesto tipico della sposa davanti allo sposo. Il gesto di Maria è un atto di consacrazione sponsale, un gesto di intimità nuziale. E lo stesso unguento profuma i piedi dello Sposo e il capo della Sposa. Betania, casa della povertà, ora è piena del profumo della vita e dell’amore. Giuda critica il gesto di Maria con una dura reazione, ritenendolo uno spreco. Giuda dà un prezzo alla persona di Gesù. Ma l’Amore non ha prezzo! Maria svaluta il denaro, Giuda svaluta l’Amore! Maria consacra Gesù come Messia, Giuda dissacra l’Amore e lo svenderà per trenta denari! Maria è l’icona della gratuità, Giuda è l’immagine del calcolo meschino e interessato, che prende e pretende per sé, uccide il dono e precipita nella notte del cuore. Il vaso infranto parla della donna, del suo cuore spezzato per la sovrabbondanza e la violenza dell’amore. Quando l’amore fa scoppiare l’egoismo e rompe gli argini, nulla lo può contenere. Il profumo è simbolo del Dio Amore. Ma di Amore donato si può solo morire, perché si ama fino a dare la vita. Chi ama ragiona con il cuore e non gioca al risparmio. Lo “spreco” del profumo è il “di più” dell’Amore.
Preghiera
Signore Gesù, gratuità di effuso Amore, dammi di amare fino allo spreco, abita la mia casa di povertà perché per tutti sia dono di gratuità.
Agire
Oggi voglio essere amore fino allo spreco… nelle piccole e più nascoste azioni della giornata.
Meditazione del giorno a cura di monsignorMario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it