Le Quarant'ore nella città di Grottammare

In presenza del vescovo, mons. Carlo Bresciani, è iniziata l’esposizione del Santissimo che ha antiche origini

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Rivive a Grottammare, città marchigiana che si affaccia sulla costiera adriatica, l’antica tradizione delle Sante Quarant’ore, esposizione del Santissimo Sacramento che prende il nome in memoria del tempo che Gesù stette nel santo sepolcro. L’iniziativa si è aperta con una cerimonia iniziata alle 4 del mattino di oggi, lunedì 14 aprile.

 “Dio si piega verso l’umanità – ha detto il Vescovo di San Benedetto del Tronto, Carlo Bresciani,nell’omelia della Messa di apertura a San Giovanni Battista, la parrocchia del centro storico cittadino – e noi adoriamo l’Eucaristia per chiedere che il cuore grande di Dio entri un po’ anche in noi e ci aiuti a non pensare solo alle cose materiali”.

Una folla silenziosa gremiva la chiesa. La tradizione vorrebbe che ci fosse la Messa nella Chiesa di Santa Lucia, costruita dal pontefice Sisto V (1521-1590) sul suo umile luogo natale , ma per motivi strettamente logistici, negli ultimi anni viene officiata a San Giovanni Battista.

A concelebrare Il parroco don Giorgio Carini , mons. Giovanni Flammini, i sacerdoti vicari della parrocchia di San Pio V. Al termine della Concelebrazione, ci si è recati in corteo processionale, nel lento incedere silenzioso e frusciante delle vesti che è ancora buio, nel silenzio dell’alba, alla volta della Chiesa di Santa Lucia, dove era stata allestita, con la confraternita dell’Addolorata, la “macchina-apparato” carica di lumini e in mezzo, il protagonista, il Santissimo Esposto, manifestazione di Cristo incarnato in un’Ostia.

Nel lento scoccare delle quaranta ore il Santissimo non resta mai solo: si alternano giorno e notte fino al martedì successivo, i gruppi dei ragazzi, dei giovani della Diocesi, gli scout, l’ACR, le comunità neocatecumenali, la confraternita dell’Addolorata e semplici fedeli che si spostano anche dai paesi limitrofi per questo tradizionale avvenimento. Una devozione, questa delle Quarant’ore, che certamente risale al rinascimento, quando dopo la riforma protestante, la chiesa volle dare nuova spinta all’Adorazione Eucaristica: una devozione di popolo e una manifestazione di fede intensa.

Del resto, il riconoscimento ufficiale dell’adorazione dell’Ostia, avviene dopo il miracolo di Bolsena del 1263. Ma si può conferire al Concilio di Trento l’indicazione e l’istruzione, al cerimoniale dell’adorazione a conferma della teologia che vuole la presenza perenne del corpo di Cristo nell’Ostia consacrata durante la messa.

All’origine le “Quarant’ore” costituivano un tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione tra il clero e il popolo, di gratitudine alla manifestazione del Signore.

L’Adorazione a S.Lucia si svolgerà notte e giorno fino alle 21 di martedì 15. In questo tempo verrà temporaneamente sospesa l’ Esposizione a S.Agostino, che riprenderà dopo la chiusura delle Quarant’ore.

Per approfondimenti o informazioni: Àncora Online

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Nicola Rosetti

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