Manif Pour Tous: "Doveroso il ricorso della Procura di Grosseto"

Il tribunale della città toscana aveva disposto la trascrizione nel registro comunale del matrimonio tra due uomini celebrato all’estero

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La Manif Pour Tous Italia ha accolto “con estremo apprezzamento la tempestiva e doverosa iniziativa della Procura della Repubblica di Grosseto, che ha comunicato l’intenzione di impugnare la grave decisione del Tribunale sulla trascrizione nei registri comunali di un matrimonio celebrato all’estero tra due persone dello stesso sesso”.

Con questa decisione, il Tribunale di Grosseto “ha agito non solo nell’indifferenza dell’espresso parere contrario del Pubblico Ministero, ma in disprezzo di ogni fonte di diritto attualmente in vigore in Italia sulla regolamentazione della materia. Disposizioni legislative sulla cui portata significativa si è già chiaramente espressa la più autorevole e vincolante interpretazione giurisprudenziale della Corte di Cassazione e della stessa Corte Costituzionale”, si legge in un comunicato.

Con la sentenza n. 4184 del 15 marzo 2012 la Corte di Cassazione aveva già dato torto al ricorso di una coppia omosessuale che, avendo anch’essa contratto matrimonio all’estero, si era vista rifiutare la trascrizione dell’atto civile nei registri del comune di Latina.

Quanto alle motivazioni dell’ordinanza da parte del Tribunale di Grosseto, per cui nel nostro Codice Civile non sarebbe «individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie al matrimonio», risulta diametralmente opposto quanto statuito in merito dalla Corte Costituzionale, la quale nella sentenza 138 del 14 aprile 2010 ha affermato che

«[…] l’istituto del matrimonio civile, come previsto nel vigente ordinamento italiano, si riferisce soltanto all’unione stabile tra un uomo e una donna. […] l’intera disciplina dell’istituto, contenuta nel codice civile e nella legislazione speciale, postula la diversità di sesso dei coniugi, nel quadro di «una consolidata ed ultramillenaria nozione di matrimonio» […]».

“La decisione del Tribunale aveva ovviamente incontrato la soddisfazione della lobby Lgbt che da sempre si adoperano per la supremazia di un diritto ideologico, imposto a forza di sentenze partigiane e illegittime, per la vittoria di battaglie politiche come quella sul così detto “matrimonio egualitario”: istanze la cui presunta natura di “diritti umani” è stata già smentita dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla citata sentenza della Corte Costituzionale, che hanno ricondotto limiti e requisiti della disciplina matrimoniale a quel potere legislativo riconosciuto dalla Costituzione al solo Parlamento”, conclude poi il comunicato della Manif Pour Tous Italia. 

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ZENIT Staff

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