Uno “stimato pastore”, impegnato in tutta la vita nella nella “promozione di relazioni rispettose, giuste e pacifiche con i seguaci delle diverse religioni”. Così Papa Francesco il cardinale Emmanuel III Delly, patriarca emerito di Babilonia dei caldei, scomparso nelle scorse ore, ad 87 anni, in un ospedale di San Diego, in California. In un telegramma indirizzato al Patriarca Louis Raphael I Sako, il Pontefice ricorda la grande dedizione del porporato per il proprio popolo, sul quale impartisce infine la sua Benedizione apostolica.
Da parte sua, il patriarca Sako ha dichiarato all’agenzia Fides: “Il cardinale Delly ha servito la Chiesa caldea per più di 60 anni con dedizione, prima come sacerdote, poi come vescovo e come patriarca”. Il cardinale – ha aggiunto – “ha attraversato periodi molto difficili, da quello seguito alla rivoluzione del 1958 fino alle guerre degli ultimi decenni e alla persecuzione dei cristiani seguita all’intervento degli Usa. In tutto questo tempo è rimasto fedele alla patria e al suo popolo, non ha abbandonato il suo gregge, è rimasto con i suoi fedeli pregando, aiutando, incoraggiando. In questo si è visto il suo animo di pastore”.
“Per noi cristiani iracheni – ha concluso il patriarca Sako – si avvicina la Settimana Santa che conduce alla Pasqua di risurrezione. Il ricordo del cardinale Delly si inserisce nel contesto di queste celebrazioni. Sono tempi forti. Dobbiamo rinnovarci, accettare le sofferenze come Gesù, per essere salvati”.
Al cordoglio si è unito anche monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, uno dei più stretti collaboratori di Delly. Interpellato dall’agenzia Sir, il presule ha ricordato che il patriarca emerito “ha sempre lavorato con dedizione per l’unità, per l’obbedienza e l’amore che deve essere tra di noi. Ha svolto la sua missione in tempi difficilissimi, segnati da guerre, conflitti e sanzioni e, animato dall’amore per la sua terra, non ha mai lasciato l’Iraq restando con i fedeli per incoraggiarli”.
“È rimasto con la sua Chiesa quando questa ha visto i suoi sacerdoti e vescovi rapiti e uccisi e le chiese attaccate e distrutte come a Baghdad e Mossul, nel 2004”, ha proseguito Warduni. E ha raccontato anche che, in diversi casi, Delly “è intervenuto personalmente pagando il riscatto di sacerdoti rapiti”. “Fare del bene a tutti era uno dei tratti distintivi del suo carattere”, ha concluso il vescovo, “insisteva sempre per l’amore verso l’Iraq. A salvare il nostro Paese, ripeteva spesso, sarà l’unità”.
Sabato 12 aprile, alle 10, nella cattedrale caldea di san Giuseppe a Baghdad, verrà celebrata una solenne Messa di suffragio del porporato; mentre i funerali si svolgeranno domani a San Diego. Sabato prossimo, poi, la salma verrà tumulata a Detroit dove risiede gran parte della famiglia del patriarca emerito, trasferitasi lo scorso anno negli Stati Uniti dall’Iraq.
Il compianto patriarca emerito aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 19 aprile 1963. Lo stesso anno, in qualità di Vescovo, era divenuto membro del Concilio Vaticano II, al quale aveva partecipato in precedenza come perito. Nell’ottobre 2002 aveva rinunciato all’incarico di Vescovo ausiliare per raggiunti limiti di età, ma un anno dopo, il 3 dicembre 2003, era stato eletto dai Vescovi caldei Patriarca di Babilonia. La nomina giunse in un difficile periodo per l’Iraq, ovvero dopo l’intervento militare degli Usa che aveva portato alla caduta del regime di Saddam Hussein. Inoltre, durante il suo ministero, nell’agosto 2004, si sono verificati i sanguinosi attacchi alle chiese di Baghdad e di Mossul.
(S.C.)