Nostalgia del cielo

L’eccidio del Rwanda: silenziosi testimoni di Cristo che nessun obiettivo è riuscito a riprendere

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Nell’aprile 1994 è iniziato l’eccidio del Rwanda in cui sono state coinvolte anche le clarisse del Monastero Santa Chiara di Kamony. Davanti a chi si chiede se tanta rabbia omicida dimostri che l’evangelizzazione di tale terra sia stata un fallimento, ecco che in mezzo ai massacri si sono alzati in Rwanda, silenziosi testimoni di Cristo che nessun obiettivo è riuscito a riprendere. Di seguito uno degli episodi scritto dalle clarisse del Rwanda sabato 7 maggio 1994.

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Diverse sorelle dell’etnia tutsi erano ricercate per essere messe a morte come tanti altri. Sembrava che la loro sorte fosse quella di morire sotto i colpi del machete. Queste sorelle lo sapevano e ne avevano grande paura.

Le sorelle dell’etnia hutu cercavano di proteggerle con tutto il loro amore fraterno e anche rischiando la vita loro; infatti, le nascondevano e rimanevano a fare guardia. Quando la milizia veniva a “visitarle” e questo più volte, le hanno cercate qua e là, ma per prodigio del cielo, non entravano mai dove le sorelle utsi erano nascoste.

Lode e gloria al Signore.

Le sorelle tutsi, col passare dei giorni, avevano grande difficoltà a nascondersi, vivevano il loro dramma, e il rimanere isolate aumentava la loro angoscia.

Mi dicono: – è la preghiera che ci ha salvate dalla disperazione, per fortuna che eravamo abituate a pregare.

In quella vita eremitica si davano esclusivamente alla preghiera, dapprima una preghiera angosciata, poi fiduciosa e, finalmente, d’abbandono, fino al punto che il morire era diventato preferibile al vivere.

Non più angoscia, non più paura, ma desiderio vivo del cielo, di vedere il volto di Gesù. Ormai attendevamo lo “Sposo”, ogni giorno con grande nostalgia.

Sono passate così diverse settimane, ma “lo Sposo non è venuto a prenderci”.

Da: Kamony (Rwanda) – Monastére Ste Claire. Diverses chronistes, in Acta Seraphicae Provinciae S. Francisci Assisiensis 49 (1994), p. 369.

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ZENIT Staff

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