Dopo aver “vegliato” in numerose città italiane, le Sentinelle in Piedi arrivano finalmente a Roma. Per sabato prossimo, 5 aprile, si sono date appuntamento alle ore 17.00 in piazza del Pantheon. Danno così seguito anche nella Capitale alla loro originale protesta contro il Ddl Scalfarotto, approvato alla Camera e ora in discussione al Senato.
Un testo che preoccupa molte associazioni e anche tanti singoli cittadini, poiché – accusano – mina la libertà d’espressione. In un comunicato diffuso nelle ore scorse, le Sentinelle lo definiscono “menzognero”. “Presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone con tendenze omosessuali – si legge nella nota -, il provvedimento è incostituzionale in quanto non specifica cosa si intenda per omofobia e dunque potrebbe essere denunciato, e rischiare fino a un anno e mezzo di carcere, chiunque si dica contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o sostenga che la famiglia sia fondata sull’unione tra un uomo e una donna”.
Le Sentinelle parlano poi delle loro recenti uscite. Oltre 1.600 persone hanno “vegliato” lo scorso fine settimane a Genova, Perugia, Torino, Varese, Como, Biella e Casalmaggiore. Sette piazze nelle quali non sono mancate tuttavia contestazioni da parte di organizzazioni omosessuali.
“Particolarmente dura”, spiegano è stata la contromanifestazione di Perugia, “in cui un gruppo di contestatori ha aggredito verbalmente le Sentinelle in Piedi con insulti e offese. Un’aggressività cui abbiamo risposto con la nostra arma più potente: il silenzio. Nonostante le ingiurie infatti non c’è astio da parte nostra, ma se possibile una dose ancora maggiore di amore. Sappiamo infatti bene che chi ci ha contestato così violentemente non è altro che una vittima della grande mistificazione delle politiche Lgbt”.
Dietro la maschera della difesa dell’uguaglianza, “queste lobby – continua il comunicato – non fanno altro che marcare le differenze, ghettizzare e portare avanti una politica che non mira al bene reale delle persone, ma solo all’imposizione di un’ideologia”. Segue poi un appello in cui si chiede a queste persone di “aprire gli occhi”, per vedere che “non è la rivendicazione di presunti diritti negati a non farvi sentire discriminati, ma solo l’autentica accoglienza di chi vi considera persone, individui unici, e non una categoria in cui fare numero”.
Definiscono poi “molto inquietante” ciò che è avvenuto a Genova, dove la Regione Liguria, in opposizione alla loro “veglia”, ha esposto una bandiera arcobaleno, simbolo delle organizzazioni Lgbt. Le motivazioni addotte da Lorena Rambaudi, assessore alle pari opportunità della Regione, risiedono nel “rifiuto di ogni forma di discriminazione e razzismo”. Motivazioni che le Sentinelle respingono energicamente. “Se oggi un assessore considera il silenzio una forma di razzismo – si chiedono -, cosa succederà domani la legge sull’omofobia entrerà in vigore?”.
Infine, alla luce di alcune mistificazioni giornalistiche pubblicate nei giorni scorsi, le Sentinelle ci tengono a sottolineare che “la partecipazione alle veglie è unicamente individuale, nessun partito o associazione può aderire dunque in quanto tale. Chi non accoglie questo stile e questi principi non può partecipare alle attività delle Sentinelle in Piedi e utilizzare impropriamente questo nome. Chi ha a cuore la nostra battaglia non ha esitazione alcuna a mettere da parte il proprio credo politico, associativo o religioso per affermare un diritto che riguarda tutti”. Chi sabato prossimo sarà in piazza del Pantheon per partecipare alla “veglia” è avvertito.