Compie un anno, il 4 aprile, Credere, la nuova rivista religiosa della Periodici San Paolo. 12 mesi e 53 numeri con papa Francesco, con tante storie, testimonianze di fede e interviste a chi si sente in ricerca… un anno con “la gioia della fede”. Ne abbiamo parlato con il suo direttore, don Antonio Rizzolo.
***Quando è uscito il primo numero di Credere, la situazione della Chiesa in Italia era diversa dall’attuale: un Papa appena eletto e un’istituzione presa di mira da attacchi anche pesanti. In quel contesto, che cosa si prefiggeva Credere?
Don Rizzolo: Il primo numero di Credere, con la data di domenica 7 aprile 2013, è uscito in edicola il 4 aprile dello scorso anno. Un giorno che, casualmente ma provvidenzialmente, coincide con l’anniversario della nascita del beato Giacomo Alberione, fondatore della Società San Paolo. Ma l’idea del giornale c’era già da mesi, perché abbiamo sentito la necessità di partecipare all’Anno della Fede promosso da papa Benedetto XVI con il nostro carisma, che è quello dell’evangelizzazione attraverso i media. Il giornale è nato proprio con l’obiettivo di affiancarsi ai fedeli per poterli aiutare ad approfondire il proprio cammino di vita cristiana. Anche il sottotitolo, La gioia della fede, nasce in quel contesto e deriva dal titolo di un libro, edito proprio dalla San Paolo, che raccoglie gli scritti di papa Ratzinger sul Credo. Appena un anno fa, infatti, la situazione della Chiesa era davvero diversa da quella attuale: a seguito di Vatileaks e delle dichiarazioni del Corvo, era un’istituzione percepita, soprattutto dall’opinione pubblica, come troppo statica e fossilizzata. In questo scenario, è nato il nostro giornale. Ma, durante l’elaborazione, ci siamo imbattuti nella rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, con la conseguente elezione di Francesco. Per questo abbiamo deciso di anticipare il primo numero, con la volontà di trovarci in piena sintonia con il nuovo Papa. E, in realtà, abbiamo scoperto di poter essere davvero il giornale “della Chiesa di Francesco”, perché come lui anche noi condividiamo la centralità del Vangelo e la volontà di rivolgerci a tutti. In questo senso, il titolo del primo numero, Siamo con te Francesco, è stato davvero profetico.
A un anno di distanza, con una situazione totalmente cambiata, gli obiettivi del giornale rimangono gli stessi?
Don Rizzolo: Sì, proprio perché ci sentiamo totalmente in linea con l’intento del Papa di arrivare a tutti, percorrendo non soltanto le periferie geografiche, ma soprattutto quelle esistenziali. Il nostro intento rimane quello di rivolgerci, in prima battuta, a quei fedeli che hanno bisogno di una parola di conforto, di speranza e di gioia, appunto, per vivere la propria fede come un’esperienza di vita vissuta.
Stiamo assistendo a un proliferare di pubblicazioni e di giornali sul Papa. Qual è la novità che Francesco ha apportato nel campo dei media?
Don Rizzolo: Francesco ha fatto nascere una rinnovata attenzione al cattolicesimo e, in generale, alla religione e alle tematiche di fede. Ha riportato la realtà della fede nella sua dimensione esistenziale, al di là dei precetti e delle dottrine, mettendo al centro il Vangelo della Misericordia. Da un punto di vista mediatico, questo Papa attira l’attenzione delle persone, grazie alla sua capacità di andare dritto al cuore della gente, ed è normale che generi coinvolgimento anche attorno alla propria figura. Si spiega così l’interesse che i giornali e le televisioni hanno per Francesco.
Qual è il plus di Credere rispetto alle altre riviste?
Don Antonio Rizzolo: Ogni giornale ha ovviamente proprie caratteristiche e obiettivi specifici. Noi abbiamo scelto, prima di tutto, di utilizzare un linguaggio accessibile a tutti, che sappia parlare al cuore delle persone; abbiamo optato per il racconto di storie, esperienze e testimonianze, nella convinzione che la fede si comunica prima di tutto attraverso l’esempio; abbiamo voluto inserire un dossier centrale che affronta argomenti di catechesi e altre rubriche che trattano tematiche di approfondimento, sempre però con lo sforzo di conservare un linguaggio chiaro e comprensibile; infine, la grafica è popolare, semplice, ma non banale né ordinaria, capace di soddisfare anche i lettori un po’ più raffinati. Ovviamente, non possiamo dimenticare che facciamo parte del Gruppo San Paolo, che ha una sua lunga e consolidata tradizione di serietà e di qualità.
Dopo un anno, l’impegno di annunciare la gioia della fede è stato concretizzato? È ancora possibile nella società odierna?
Don Rizzolo: Abbiamo cercato di concretizzarlo, e continueremo a farlo ogni settimana, attraverso il racconto delle esperienze positive, di bene e di misericordia che esistono nella nostra società. Nel corso di questo anno, ci siamo stupiti di quante testimonianze esistono, e questa consapevolezza ci incoraggia ogni settimana nel nostro lavoro, perché la gioia della fede non soltanto è possibile, ma è già presente in mezzo a noi, nonostante la maggior parte dei media non metta in evidenza le esperienze positive, preferendo soffermarsi su quelle negative.
La presenza di tanti giornali sul Papa non fa correre il rischio di considerare Francesco più dal punto di vista della forma, che dal contenuto?
Don Rizzolo: Certamente questo rischio esiste. Quello che interessa Credere è sicuramente parlare di Francesco, dei suoi gesti e delle sue parole. Ma, quello che più ci qualifica è la volontà, secondo l’invito del Papa stesso, di andare al cuore del Vangelo e di mettere al centro Gesù. Tanto è vero che il giornale ha tre sezioni, che sono Via, Verità e Vita e che corrispondono a ciò che Gesù ha detto di se stesso.
Come festeggerete?
Don Rizzolo: Con un numero speciale di Credere e con un’iniziativa online. Tanti amici, dai personaggi famosi alle nostre firme, stanno già realizzando un video di auguri. La prima persona è l’attrice Beatrice Fazi: il suo video è visibile sulla pagina facebook di Credere e sulla home page del settimanale. Nei prossimi giorni, festeggeranno la rivista, con un video di auguri, anche suor Anna Nobili, la suora ballerina che ha “lanciato” suor Cristina, Carlo Nesti, giornalista sportivo e firma del settimanale, don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, e tanti altri. Inoltre, anche i lettori potranno realizzare un proprio video e inviarcelo come messaggio di posta privata perché venga pubblicato.
Quali sono i prossimi obiettivi di Credere?
Don Rizzolo: Prima di tutto, quello di andare avanti a raccontare la fede vissuta sia della gente comune, che dei personaggi noti. E poi quello di continuare a proporre degli approfondimenti di catechesi con contenuti e modalità sempre più innovativi, per corrispondere alle esigenze dei nostri lettori. Ci auguriamo, ovviamente, che tanti altri si aggiungano alla famiglia di quanti dichiarano di non poter più fare a meno del nostro giornale, come strumento di accompagnamento e di supporto. Perché siano sempre più numerosi coloro che sappiano vivere la gioia della fede!