Guglielmo, Guglia per gli amici, esercita una professione molto apprezzata e ricercata anche a livello internazionale. Purtroppo doveva per lavoro uscire troppo spesso dall’Italia.
Ma gli lacerava il cuore e la famiglia il dover girare in continuazione, senza la compagnia della moglie, dei suoi tre meravigliosi figlioli. Allora, forte della propria importanza e, direi quasi, insostituibilità, andò a parlare con la direzione: “Non accetto più di lasciare la mia città, né soprattutto separarmi dalla mia famiglia”. Passò momenti di ansia e di batticuore.
“Stia tranquillo – fu la risposta – d’ora in poi, ogni volta che dovrà andar fuori a svolgere il suo lavoro, in Italia o in Europa, non dovrà più allontanarsi dai suoi: la ditta si assumerà tutte le spese di viaggio e di soggiorno perché lei possa portare con sé, in ogni spostamento, anche la sua famiglia.
Questo il commento più bello della moglie e dei figli nell’abbracciare con gioia il nostro Guglia: “Se restiamo insieme, ovunque andremo non sarà più un distaccarci da niente e da nessuno. Ovunque andremo, saremo sempre a casa nostra.”
Il figlio più grandicello, fresco di catechismo, ribattè: “Anche Giuseppe era spesso invitato dall’angelo a trasferirsi da una città all’altra, da una regione all’altra; ma ogni volta – dice il vangelo – obbediva con facilità e prontezza all’invito perché poteva prendere con sé Maria e il piccolo Gesù.
“La Patriaè là dove ci si vuol bene”. Per ogni cristiano ogni città è casa sua se, dovendosi spostare, sa che dovunque va può trovare sempre “la presenza di Maria e del piccolo Gesù.”
Ciao da p. Andrea
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