I primi dieci anni di attività della Biblioteca della Fondazione Leonardo Sciascia

La digitalizzazione dei carteggi dello scrittore siciliano: un intervento della responsabile Salvatrice Graci sulla rivista “Todomodo”

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Giunta al terzo anno di pubblicazione, la rivista annuale internazionale di studi sciasciani “Todomodo” edita da Leo S. Olschki (1) fondata da Francesco Izzo e curata dall’Associazione Amici di Leonardo Sciascia (2), propone al lettore nelle sue quasi trecento pagine e nelle oltre trenta tavole a colori, una molteplicità di argomenti che sarebbe difficile sintetizzarli tutti adeguatamente, senza correre il rischio di una banale elencazione.

Questo numero, che si caratterizza tra gli altri, per una serie di interventi che approfondiscono il tema del “Sentimento e coscienza religiosi in Leonardo Sciascia”, sui quali torneremo in modo più approfondito, viene pubblicato nella ricorrenza dei venti anni di attività dell’Associazione ed a qualche mese dai venticinque anni dalla scomparsa dello scrittore (avvenuta nel novembre del 1989), ed è anche l’occasione per tracciare un primo bilancio nel decennale di attività della Biblioteca, attività iniziata il 13 dicembre del 2003 a Racalmuto, città natale dello scrittore.  

Così, il 6 settembre 1989 in una lettera indirizzata al Sindaco di Racalmuto, lo scrittore siciliano esplicitava la sua volontà: – La mia donazione alla Fondazione consisterebbe in una numerosa raccolta di ritratti di scrittori (acqueforti, acquetinte, disegni, dipinti), nelle edizioni e traduzioni dei miei libri, in tutte le lettere da me ricevute in circa mezzo secolo di attività letteraria -.

Nella pinacoteca, posta al secondo piano soppalcato nella sala turbine della vecchia centrale elettrica dell’Enel, ristrutturata appositamente per ospitare la Fondazione, sono disponibili come mostra permanente, tra i tanti quadri, quelli di Renato Guttuso, Bruno Caruso e Marc Chagall; poi la mostra fotografica “La Sicilia, il suo cuore” con opere di Ferdinando Scianna, Henri Cartier-Bresson (3),  Elisabetta Catalano; i registri di classe scritti a mano da Leonardo Sciascia durante gli anni di insegnamento nella scuola elementare del paese agrigentino.

Attualmente la biblioteca conta ventisettemila unità bibliografiche, tra cui quindicimila volumi, la cui parte più consistente riguarda opere di narrativa, saggistica e critica letteraria con riferimento particolare alla letteratura siciliana. Si arricchisce continuamente di donazioni come ad esempio le ultime del giornalista palermitano Giacomo Gagliano o della famiglia milanese Franzini.

Ma assume particolare rilevanza il lavoro, attualmente in corso, di inventariazione e digitalizzazione di tutto il carteggio intercorso tra Leonardo Sciascia e scrittori, intellettuali e politici nel secondo dopoguerra; solo per citarne alcuni Italo Calvino, Anna Maria Ortese, Pier Paolo Pasolini, Indro Montanelli, Alberto Moravia, Giorgio Napolitano. Si sta parlando di oltre diecimila lettere che sono testimonianza della cultura europea della seconda metà del Novecento.

Tra queste ne segnaliamo due, una dell’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’altra della scrittrice Anna Maria Ortese, su due questioni sempre attuali: le responsabilità dello   scienziato e le responsabilità della Giustizia (4). 

Scriveva Giorgio Napolitano, allora deputato del Partito Comunista Italiano a Leonardo Sciascia, trentanove anni fa (era il 5 marzo 1975 su carta intestata della Camera dei Deputati) commentando la lettura del libro La scomparsa di Majorana: – (…) pur reagendo a posizioni di “rifiuto della scienza” (…), sentii di dover richiamare i rischi di regressione che la rivoluzione tecnico-scientifica comporta in assenza di un “controllo sociale” sullo sviluppo e la destinazione della ricerca scientifica, e di dover porre come tema centrale quello di una “regolazione” consapevole, nell’interesse della collettività, sia dello sviluppo economico-sociale che del progresso scientifico e tecnico”. 

Anna Maria Ortese, in una delle circa quindici lettere inviate a Sciascia, riprende il tema dell’impegno civile già trattato con l’Affaire Moro, parlando delle vicende giudiziarie del giornalista Enzo Tortora nell’83: – Credo in Tortora. Comunque, adesso è mio fratello. Come vorrei aiutarlo! Gli hanno detto che solo tra due anni giudicheranno. Sembra di sognare. Se non c’è giudizio, come può esserci pena? Fondata su un pre-giudizio, dunque?”.

Naturalmente digitalizzare questo patrimonio culturale impone un insieme di competenze tecniche, letterarie, archivistiche notevoli e, cosa non secondaria, anche una dimensione etica e discrezionale non banali, per i riferimenti a personaggi pubblici e privati ancora in vita. 

Questioni che si scontrano, come di consueto, con la scarsità di fondi disponibili, tema comune ad altre importanti istituzioni culturali … e non solo.

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NOTE 

1) Il terzo numero è stato pubblicato nel novembre del 2013. Il costo è di 65 euro. Nelle pagine conclusive sono disponibili anche gli indici dei primi due numeri.

2) L’Associazione opera da circa venti anni. Domenica 16 marzo 2014 si svolgerà a Palermo l’assemblea annuale. Il giorno precedente, invece, sabato 15 marzo alle ore 17.30 si terrà la presentazione del III numero di “Todomodo” alla quale parteciperanno la stessa Salvatrice Graci, la studiosa Lavinia Spalanca e lo storico dell’arte Luigi Cavallo. Informazioni disponibili su www.amicisciascia.it.

3) Per un commento di Sciascia ad una delle fotografie di Cartier-Bresson si può consultare l’intervento pubblicato su Zenit il 29 dicembre 2012.

4) Le lettere sono state presentate in due articoli sul Corriere della Sera del 24 aprile e del 23 maggio 2009. 

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Antonio D'Angiò

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