Una grande compassione

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nel Vangelo di oggi, san Marco ci ricorda un episodio molto conosciuto. La grande folla che segue Gesù non ha da mangiare. E Gesù, mosso da compassione, chiama i discepoli. Espone loro il problema: la gente è “con lui”, ma non ha da mangiare. Se, semplicemente, li rimanda a casa, si sentiranno male lungo la strada. I discepoli non hanno pronta una soluzione. Gesù chiede loro di dare quello che hanno. E dopo aver ringraziato Dio Padre, e benedetto il cibo, lo dà alla folla. Mangiano tutti a sazietà e alla fine rimangono sette sporte di cibo.

Meditazione

Quante volte abbiamo sentito questo Vangelo! Gesù che moltiplica il pane. Spesso ci chiediamo: perché non lo fa ancora oggi, quando tanti milioni di persone hanno fame? La risposta più razionale è semplice: basta che tutti tiriamo fuori quello che ci è avanzato e basterà per tutti – anzi, ne avanza! Per qualcuno questo è il messaggio cristiano: la condivisione del superfluo. Ma, forse, nel racconto di Marco c’è un aspetto più nascosto, meno manifesto del gesto così conosciuto. In fondo, il dialogo iniziale tra Gesù e i discepoli mette bene in evidenza cos’è che muove il Signore. Egli prova compassione per chi “sta con lui”. Stare con il Signore significa essere uno dei suoi, essergli familiare, aver trascorso tempo e vita con Lui. “Stare con qualcuno” significa avere fiducia per affidarsi a questa persona. Oggi, molti ragazzi usano il termine per descrivere una coppia: “stare con…” significa avere una relazione esclusiva di affetto con qualcuno. Stare con il Signore, significa condividere con Lui la nostra vita, condividere gli alti e bassi che ci capitano. Essere familiari con Dio vuol dire lasciarsi conoscere, lasciarsi amare da lui. E poi, quando ci capita di non avere cibo – di non avere sostentamento – sia esso economico, fisico, spirituale, affettivo, allora il Signore, con cui stiamo, che ci ama, soffrirà per e con noi. Come succede anche a noi, quando abbiamo una persona cara che sta male, compatiamo, stiamo male e soffriamo anche noi. Il nostro Dio, Gesù, ha compassione. Con-patisce, soffre con noi. Soffre con noi e ci chiede come poter risolvere la situazione. Ci sprona a cercare una soluzione, a dare il massimo anche se sono solo un paio di pani e qualche pesciolino che secondo noi non risolveranno la soluzione. Lui fa il resto. Lui, alla nostra buona volontà, aggiunge la soluzione, che sarà sovrabbondante. La sofferenza non è tolta al mondo, ma quando Dio ha deciso di aver compassione del mondo la soluzione è possibile a chi è con lui familiare. 

Preghiera

Signore, prima di chiederti cibo, sazierò qualcuno e prima di chiederti perdono, tenderò io stessa la mano. Prima di chiedere amicizia, diventerò amica. E prima di voler essere compresa, ascolterò… 

Agire

Dono qualche “pesciolino” di tempo a qualcuno. 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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