Tra pochi giorni partirà la prima “ispezione” all’Istituto per le opere di religione (Ior) da parte dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria che dal 2011 in Vaticano svolge il ruolo di ente di vigilanza sui flussi finanziari.
Per effettuare il controllo sulla banca vaticana l’Aif ha incaricato la società Ernest & Young, che da tempo è anche consulente del Governatorato, uno dei dicasteri economici dello Stato Vaticano.
Un’ispezione allo Ior era stata sollecitata due mesi fa da Moneyval, l’organismo del Consiglio d’Europa che aveva giudicato positivamente i progressi nella legislazione anti-riciclaggio varata nell’agosto 2013 su spinta di Papa Francesco, specie laddove si rafforzavano i poteri dell’Aif.
Moneyval aveva mostrato “sorpresa” che non fossero mai state effettuate ispezioni formali allo Ior, per questo motivo da parte Vaticana era stato preso l’impegno che i controlli venissero avviati entro gennaio 2014.
Sarà una società esterna ad effettuarla, visto che l’Aif non ha personale specializzato e può contare in tutto su sei dipendenti, compreso il direttore generale.
L’operazione “trasparenza” voluta da Papa Francesco sarà a tutto campo dentro le mura leonine e verrà svolta da consulenti esterni: Ernest & Young e Promontory group sono impegnata da mesi a controllare i conti di Ior e Apsa (anche su quest’ultima dovrebbero partire delle ispezioni a breve), Cnc che cura la comunicazione della banca pontifica, Mc Kinsey ha la delega nella riorganizzazione dei sistemi di informazione, Kpmg ha il compito di assistere i dicasteri economici nel processo di adeguamento dei sistemi contabili agli standard internazionali.
Pochi giorni fa Price Waterhouse Cooper ha ricevuto il mandato per l’ospedale pediatrico Bambino Gesù e Deloitte per la Casa Sollievo della Sofferenza, queste ultime ingaggiate per fare una “due diligence” sui processi amministrativi e gestionali sui due complessi sanitari di proprietà della Santa Sede.