Queste parole pronunciate il 25 dicembre del 1934 dal Delegato Apostolico Angelo Giuseppe Roncalli, sono state ricordate da papa Francesco nel corso della Visita “ad limina Apostolorum” dei Vescovi bulgari.
Rivolgendosi ai presuli, le cui comunità vivono ed operano a fianco di quelle della Chiesa Ortodossa bulgara, il Pontefice ha chiesto di portare il suo “cordiale saluto al Patriarca Neofit, del quale ricorre tra pochi giorni il 1° anniversario dell’elezione canonica” ed ha invitato i Vescovi “a proseguire negli sforzi per promuovere un dialogo sempre più intenso e fraterno con la Chiesa Ortodossa”.
Il Vescovo di Roma ha auspicato che “si aprano i cuori e le menti di tutti affinché diventi sempre più concreta la speranza di giungere a celebrare uniti il Sacrificio eucaristico” e si è rallegrato perché in occasione della canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II (27 aprile e Roma) la Diocesi di Sofia e Plovdiv, quanto quella di Nicopoli e l’Esarcato Apostolico per i cattolici di rito bizantino-slavo, saranno presenti alla solenne celebrazione con qualificate delegazioni.
A questo proposito ha ricordato l’elezione del primo Papa slavo: Giovanni Paolo II, la prima visita che compì nel maggio del 2002, e la memoria lasciata dall’Arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli.
Per quanto riguarda la situazione in Bulgaria si è congratulato per il “risveglio di attività e di iniziative che dimostrano la vitalità della fede cattolica” appartenenti sia alla Chiesa latina che a quella greco-cattolica.
“Pur essendo una società segnata dai tanti vuoti spirituali lasciati dietro di sé dal passato regime ateo e dal moderno materialismo pratico, le comunità della Chiesa latina e di quella greco-cattolica – ha sottolineato – portano avanti con impegno la loro missione di testimonianza sia dei valori morali naturali, sia del Vangelo di Cristo”.
Per il cammino immediato papa Francesco ha invitato i Vescovi ad evangelizzare “con gioia e con spirito, valorizzando anche il prezioso tesoro della pietà popolare” e nella dimensione sociale dare priorità “all’inclusione sociale dei poveri e all’impegno per il bene comune e la pace sociale”.
Ha riconosciuto come molto significativo che le Istituzioni civili riconoscano il ruolo della Santa Sede quale autorità spirituale e morale in seno alla comunità internazionale e valutino in modo positivo la presenza della Chiesa Cattolica nella compagine della nazione bulgara e il contributo che essa offre al servizio del bene comune e del progresso del Paese.
Il papa ha concluso ricordando “le tante coraggiose testimonianze di fedeltà a Cristo e alla Chiesa rese in periodi drammatici e il cammino intrapreso in questi due decenni di recuperata libertà” affinchè “vi colmino di gratitudine verso il Signore e vi infondano fiducia nella sua provvidente azione nella storia”.