Lettura

Un brevissimo Vangelo, quello che la Chiesa ci propone oggi. Esso riassume quanto Gesù faceva: si spostava di villaggio in villaggio, spesso passando per lungo il lago. Anche la gente si sposta seguendo Gesù e portando malati – anche su barelle – affinché essi potessero almeno toccarne il lembo del mantello al suo passaggio. Chi riusciva a toccarlo, veniva salvato.

Meditazione

Con grande maestria l’Evangelista in ogni capitolo mostra la manifestazione sempre più visibile e efficace del potere di Gesù. Se prima i miracoli li compiva ad uno ad uno rivolgendosi a singole persone, ora basta che i malati tocchino il lembo del suo mantello. Ma il messaggio che Marco ha il compito di tramandare è più ampio. Quello che a prima vista potrebbe sembrare facile: “vado lì, tocco il suo vestito e non avrò più problemi”, è ben più complesso. Innanzitutto perché Gesù si muove. Andare da Lui significa cercarlo. La gente non solo lo cercava, ma per trovarlo doveva aprire le orecchie per sentire dove egli in quel momento si poteva trovare. Poi si trattava di non perdere tempo. Prendere il malato, organizzare gente a sufficienza per poterlo trasportare. Ormai sfiniti, gli amici del malato, lo mettevano lungo le vie che Gesù avrebbe probabilmente percorso e sulle piazze dove si sarebbe fermato. Chi aveva faticato per portare il malato si ritirava, aveva fatto tutto il viaggio solo per aiutare un altro. E poi non c’era altro contatto all’infuori del solo toccare quella veste. In tutto questo non c’è nulla di facile. Se oggi vogliamo la salvezza dobbiamo iniziare con l’apertura verso chi ci narra della presenza di Dio. Un’apertura tale, che appena abbiamo compreso dove possiamo trovarlo, subito ci rechiamo lì. Non attenderemmo oltre. Lasciando ogni peso, perché, se non riusciamo da soli, qualcuno dovrà portarci e non vorremmo affaticare l’amico ancora di più. E poi, se invece siamo noi a portare il malato, dobbiamo aver presente, che noi staremmo in disparte. La fede non va vissuta in segreto: tutti erano in piazza! Allungarsi, tendersi verso Gesù si fa dinnanzi a tutti, chiedendo la grazia della salvezza. E Lui, che passa lì, a pochi metri… nascosto per me oggi nelle specie Eucaristiche del pane e del vino consacrato, che mi nutre e mi salva. 

Preghiera

Signore, sei presente ogni giorno nella mia vita. Mi apro alla tua presenza, apro le orecchie, apro il cuore. Devo essere disposto a muovermi per cercarti, lasciare ogni peso che mi rende difficile il cammino. E, se posso, aiutare gli altri. Signore, non smetterò di tendere le mie braccia, la mia anima a te. Salvami, Signore! 

Agire

Gesù è in movimento, io mi devo muovere, per cercarlo. Quali aspetti della mia vita sono irrigiditi su idee e posizioni che mi impediscono di muovermi per incontrarlo veramente? 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it