Perdere la faccia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Tra le più cruente pagine del Vangelo, il testo proposto dalla Chiesa oggi ricorda la storia del precursore di Gesù, Giovanni Battista e del suo rapporto con Erode. Erode, seppur interessato alla vita religiosa del suo popolo, non viveva le sue più elementari regole. Infatti, viveva con la moglie del fratello, un peccato grave. Giovanni Battista paga con la vita la sua predicazione contro il re. 

Meditazione

Trasportiamo Erode nell’oggi, nelle nostre parrocchie, nei nostri posti di lavoro. Egli è un uomo di potere, con molti soldi e numerosi amici. Si è sposato con la moglie del fratello, la quale ha portato nelle seconde nozze anche una bella figlia. È interessato alla religione, partecipa alle discussioni e agli incontri religiosi e ha delle sue opinioni – che gli piace comunicare a tutti, ma che spesso sono più che bizzarre: “Gesù è il Battista risorto” – e non colgono nulla di quanto è il vero messaggio. Conosciamo queste persone! Siamo tentati, proprio per quel denaro e quel potere, di sopportare le sue stranezze, la sua “contro-testimonianza” di vita? O piuttosto, rischiando vita, rischiando di essere isolati socialmente – imprigionati come il Battista – diciamo apertamente cosa crediamo giusto? E se Erode fossimo proprio noi? Se fossimo noi a costruirci una fede a nostra misura, una fede aggiustata secondo i nostri bisogni? Se fossimo noi a vivere nel peccato, e se fosse proprio quel peccato che ci ama tanto, da indurci a fare di tutto, pur di non sentire quanto la coscienza ci dice? Siamo interessati a tutto, frequentiamo gruppi e parrocchia, ci informiamo sulla nostra fede. Ma abbiamo le nostre sicurezze. Le nostre idee. Una fede che non ci interroga, ma che abbiamo deformato per renderla comoda. A leggere con attenzione la storia di Erode, potremmo anche trovare come aiutarlo. Tutto, infatti, gira intorno a lui. Nelle sue valutazioni egli rimane al centro, “Giovanni che IO ho fatto decapitare”, è il SUO compleanno che si festeggia, Erodiade è cercata per il SUO soddisfacimento, Salomè, figlia di Erodiade danza per LUI, e lui è al centro della scena anche quando le promette metà del SUO regno. Ed è sempre lui che non ha il coraggio di perdere la SUA faccia e quindi uccide un uomo, per l’esattezza fa perdere la faccia – la testa – ad un altro. Smettere di essere Erode significa iniziare a dar spazio nella nostra vita a qualcos’altro oltre a noi stessi. Concretamente: al fratello, che dobbiamo imparare ad accogliere per poterlo poi fare anche con il Signore. Impareremmo a sentirlo veramente, ad accoglierlo nel cuore e a farci cambiare da “dentro”, avvicinandoci ogni giorno di più a stare al cospetto – non nostro – ma del Signore. 

Preghiera

Liberami Signore da me stesso, e portami a te! 

Agire

Accolgo, con l’ascolto, chi si avvicina a me: un amico, un collega, una persona sconosciuta.

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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