Una volta ho sperimentato sulla mia pelle quanto è importante avere verso gli altri la stessa misericordia che abbiamo verso noi stessi e come la riceviamo da Dio.
Ero caduto in un errore madornale che tutti avevano potuto constatare; perciò non potevo avere l’ardire e la spudoratezza di cercare scuse presso gli altri: il mio sbaglio era troppo evidente.
Benché fossi ben consapevole della mia colpevolezza e delle mie responsabilità, riuscivo ugualmente col pensiero a scovare mille argomenti per assolvermi se non del tutto almeno in parte. Comunque arrivavo ad attenuare la mia responsabilità e a riempire la mia colpa di immensa comprensione.
Questa smisurata comprensione verso il mio operato, tale spinta alla misericordia verso la mia colpa e verso me stesso è proprio la misura di bontà che Dio mi chiede verso ogni errore del prossimo.
Non ho più scampo, non posso più dire di non sapere quanto e come “non giudicare”. “Non condannare gli altri come e perché neppure tu condanni te stesso”.
E’ interessante sentirmi dire da Gesù che il mio modo di trattare l’altro e la mia stessa misericordia nel perdonare il prossimo Lui la usa nel perdonarmi. Sarete misurati con la stessa misura con cui misurate gli altri.
E’ da Kamikaze allora ed è far carachiri non usare atteggiamenti di assoluto perdono verso chiunque.
Ti ritrovi innocente quando usi misericordia per il prossimo: la stessa misericordia donata ti verrà abbondantemente ridonata.
Ciao da p. Andrea
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