di H. Sergio Mora

ROMA, lunedì, 9 gennaio 2012 (ZENIT.org) - I diciannove religiosi mercedari che saranno prossimamente beatificati in Spagna, furono assassinati esclusivamente e indubbiamente in odio alla fede. Questi martiri morirono durante la Guerra Civile del 1936-39, gridando “Viva Cristo Re!”. Si tratta dei primi beati Mercedari dal 1728 e l’Ordine spera che la beatificazione susciterà vocazioni in Spagna.

Lo ha dichiarato in un’intervista a ZENIT, padre Emilio Santa María, sacerdote mercedario, postulatore della causa dei martiri mercedari.

Padre Emilio, chi erano i servi di Dio, Mariano Alcalá Pérez e i 18 compagni dell’Ordine della Beata Vergine Maria della Mercede, che saranno proclamati beati?

Padre Santa María: Sono diciannove religiosi mercedari che sono stati martirizzati in Spagna durante la persecuzione religiosa del 1936 e 1937.

In piena guerra civile spagnola o verso la fine?

Padre Santa María: Morirono all’inizio della guerra: la maggior parte di loro erano di Teruel. La maggior parte morì nella regione di Lérida (o Lleida, in Catalogna, ndr), dominata dai repubblicani chiamati “rossi”, che erano comunisti, anarchici, socialisti radicali e massoni che nutrivano un fortissimo odio alla fede.

Perché a Lérida?

Padre Santa María: A Lérida c’è il convento di El Olivar, dove si trovava la maggior parte di loro, ma non furono uccisi lì perché fuggirono prima. Si erano rifugiati presso parenti o amici ed alcuni si trovavano in viaggio quando furono catturati. Le notizie che avevano ricevuto, promettevano una crudele e sicura persecuzione.

La persecuzione aveva un aspetto politico?

Padre Santa María: No, in quel momento non era per nulla una questione politica. Franco si sollevò nel luglio del 1936 e alcuni di loro morirono prima di allora, pertanto, non aveva una connotazione politica, né di sostegno a Franco né simili.

Che posizione aveva la Chiesa?

Padre Santa María: Nel 1931, durante la Seconda Repubblica, i vescovi dissero pubblicamente che si poteva coesistere tranquillamente con la repubblica. Un’ulteriore prova che non ci fu alcuna connotazione politica è che venivano perseguitate non solo persone, ma anche distrutti conventi, chiese, rubati e bruciati oggetti religiosi, ossia tutto quello che rappresentava la fede cattolica. Li uccisero per il fatto di essere preti e frati.

A che punto è il processo di canonizzazione?

Padre Santa María: La provincia di Aragona iniziò il processo diocesano intorno al 1957, poi a Roma ha ricevuto il riconoscimento giuridico e nel 2009 è stato approvato, prima dalla commissione di teologi, poi il 13 dicembre 2010 dalla commissione di cardinali e, infine, il 19 dicembre scorso da Benedetto XVI. Manca ancora il decreto in latino e, una volta firmato dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, verrà pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis.

Che attività svolgevano i martiri mercedari?

Padre Santa María: Dodici di loro erano sacerdoti e sette erano “fratelli di obbedienza”, come li chiamiamo noi. Svolgevano attività pastorali e i fratelli lavoravano nei campi, in cucina come era abitudine in quei tempi. Erano predicatori, e tra questi c’era padre Mariano Alcalá Pérez, che apre la lista, che fu superiore generale qui a Roma e poi ritornò in Spagna e subì la persecuzione.

Che cosa significa il martirio e quali sono i requisiti per essere considerato tale?

Padre Santa María: Il martirio è il fatto che più ci avvicina alla Passione di Cristo. Significa morire per la fede. Nel martirio la chiesa prende in considerazione tre fattori: un atto violento con l’effusione del sangue, che provoca la morte, anche se non immediatamente, per esempio dopo giorni in seguito ai maltrattamenti subiti; da parte dell’aguzzino ci deve essere l’odio alla fede, come è successo in Spagna; chi muore accetta volontariamente il martirio ma non lo cerca, quando gli tocca lo accetta, per Cristo e per la fede.

Come sono stati gli ultimi momenti dei religiosi quando hanno subito il martirio?

Padre Santa María: Di tutti non lo sappiamo, perché non sempre c’erano testimoni, ma la consegna dei religiosi era morire gridando: “Viva Cristo Rey!”. Lo sappiamo di molti perché i conducenti dei camion che li trasportarono sono stati testimoni.

Potevano evitare il martirio?

Padre Santa María: Tutti hanno tentato di evitarlo, fuggendo e nascondendosi nelle case di parenti ed amici. Ma una volta scoperti hanno accettato il martirio per la fede. Alcuni testimoni li sentirono dire: “sono pronto ad accettare il martirio”. Potevano liberarsi dal martirio, rinunciando alla fede, come chiesto dai militanti ma non hanno rinunciato.

Perché hanno gridato “Viva Cristo Re!”?

Padre Santa María: Non è chiaro da dove venga questo grido, forse dal Messico dei cristeros. In quel periodo fu pubblicata un’enciclica papale su Cristo Re e fu istituita la sua festa.

Cosa significa per i mercedari?

Padre Santa María: L’ultimo mercedario ad essere beatificato è stato San Serapio, nel 1728. Solo per questo motivo la beatificazione merita di essere celebrata con gioia e letizia. Inoltre, è un onore perché sono stati eroi della fede, fedeli a Cristo fino a dare la vita per Lui: si tratta di una delle beatitudini predicata da Cristo.

E in un momento come oggi?

Padre Santa María: Qualcuno si chiede: come è possibile tanto odio in un mondo civilizzato come l’Occidente? Qualcuno oserà dire: mai più martiri, ciò che vogliamo è la libertà, è il rispetto, la libertà di religione, la libertà di coscienza, il rispetto dei diritti umani. Quello che vogliamo è che nessuno muoia per motivi religiosi. Nel frattempo oggi è più che mai tempo di martiri, basta ricordare gli attacchi degli integralisti islamici in Nigeria e in altri paesi durante gli atti di culto. Questo dovrebbe fare rivalutare alla gente la fede che ha e la possibilità di praticarla.

E in Spagna?

Padre Santa María: Speriamo che questo ci incoraggerà a stimare la nostra fede e viverla fedelmente fino alla fine. Speriamo anche che questo susciterà vocazioni in Europa.

La data e il luogo della beatificazione?

Padre Santa María: La data sarà accordata con il vescovo di Lerida. Avverrà in Spagna.

Per concludere, quale è stato il bilancio della persecuzione religiosa?

Padre Santa María: In Spagna, in quei tre anni furono uccisi dodici vescovi, 4mila sacerdoti e mille religiosi, oltre a migliaia di religiose e laici. E ci si chiede come sia possibile che in tredici anni il comunismo, un’ideologia atea e violenta, sia penetrato tanto nella società spagnola. C’erano anche la massoneria e un anticlericalismo spagnolo venuti da lontano. Queste persecuzioni, tuttavia, diedero molto frutto: dopo la guerra si registrò una straordinaria fioritura di vocazioni, confermando il tradizionale detto, secondo cui che il sangue dei martiri si è trasformato in semina vocazionale.


[Traduzione dallo spagnolo a cura di Paul De Maeyer]