di Elisabetta Pittino
ROMA, lunedì, 30 gennaio 2012 (ZENIT.org).- “Quale candidato mi lascerà vivere?” è il grido del bambino nella pancia che è stato diffuso durante l’8a edizione della Marcia che si è svolta a Parigi per il rispetto della vita, alla vigilia delle elezioni presidenziali e legislative in Francia.
Presente come di consueto alla marcia una nutrita delegazione del Movimento per la Vita italiano – 25 persone, giovani soprattutto. Tra di loro Luciano Trapletti, sindaco di Berzo S. Fermo (BG), classe 1973 e volontario per la vita da vent’anni.
ZENIT lo ha intervistato per scoprire l’altra faccia della politica.
Fascia tricolore da sindaco, zainetto e scarpe da ginnastica, qui a Parigi per la vita: perché?
Trapletti: Be’, il valore della vita in cui credo fortemente è fondamentale. Se non mettiamo la vita, soprattutto del più indifeso, al primo posto penso che avremo poco da pensare all’economia e a tante altre questioni che chiaramente non sono l’essenziale.
E’ una visione molto bella e non di tutti oggi…
Trapletti: Si è vero…bella! La mia esperienza personale è di essere stato toccato da una tragedia familiare. Questo è il motivo del mio entusiasmo e dell’importanza che do alla vita. Se non mettiamo alla base l’essere umano, colui che ci sta di fronte, soprattutto il più indifeso, è ovvio che non possiamo continuare a pensare alla grande, perché tutto parte dal piccolo.
Finalmente una politica pulita, vera…
Trapletti: Sarebbe bello poter dire così e soprattutto vederla. Purtroppo, lo dico spesso ai miei cittadini, non sempre l’esempio che abbiamo dai nostri superiori e politici è in questo senso. Questa manifestazione invece mi da molto entusiasmo, soprattutto vedendo tanti giovani… perché si possa fare un passo indietro e chi ci governa possa capire che forse alla base vanno riviste le priorità: non solo economia, soldi e welfare ma anche qualcosa d’altro.
Come ha detto lei, dall’attenzione verso il bambino non ancora nato parte poi l’economia e tutto il resto. Cosa pensa di questa marcia: si aspettava una cosa così?
Trapletti: È il primo anno che vengo però negli anni passati ho condiviso un po’ le tappe con chi tornava dei miei amici che avevano partecipato. È il 5° anno che vengono, di conseguenza qualcosa sapevo. Viverlo di persona è stata tutta un’altra cosa, con i miei giovani insieme anche ad altra gente. E’ bello condividere, soprattutto sapere che c’è qualcun’ altro come te che si batte affinché non siano tutelati solo i diritti degli animali, per quanto giusti e doverosi, contro la vivisezione ecc. Forse sarà meglio intervenire soprattutto in favore dell’uomo.
In Francia sono molto attenti alla natura ma poco lo sono con l’uomo- embrione.
Trapletti: Questo è un altro aspetto. Tante volte bisogna saper ponderare e dare un peso corretto e soprattutto fare una scelta di priorità. Certo per chi è credente la priorità dovrebbe essere la vita, un dono meraviglioso che Dio ci ha dato. Anche per il non credente resta il fatto che la vita è un dono meraviglioso e soprattutto è una risorsa e un grande valore che non va certamente soffocato ma va aiutato a crescere.
Lei pensa quindi che fare le marce per la vita oggi sia una cosa necessaria e positiva?
Trapletti: Assolutamente sì. Si manifesta per ogni ragione giusta e condivisibile, un motivo in più per marciare per la vita che è alla base di tutto.