La Chiesa cattolica preoccupata: vogliono escludere i media cattolici!

Intervista con p. Tadeusz Rydzyk, direttore dell’emittente polacca Radio Maria e della Televisione Trwam

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ROMA, lunedì, 23 gennaio 2012 (ZENIT.org).- I cattolici polacchi e i loro pastori sono preoccupati per i continui tentativi delle autorità di limitare la presenza della Chiesa e della religione negli spazi pubblici. I tentativi che assomigliano alla politica dei comunisti che volevano “cacciare la Chiesa nelle sacrestie”. Mons. Józef Michalik, a capo della Conferenza Episcopale Polacca, parla apertamente della “cancellazione del pluralismo dei media”, e mons. Wiesław Mering, responsabile del Consiglio della Cultura e della Salvaguardia dell’Eredità Culturale nell’Episcopato ammonisce: “Non si può ignorare la parte cattolica della società, che è la sua parte maggioritaria!”

Che cosa sta succedendo di così grave in Polonia per richiedere gli interventi dell’Episcopato, dei politici cattolici, per giustificare lo sdegno di una parte consistente della società polacca e per attirare l’attenzione della Fondazione dei Dritti dell’Uomo di Helsinki? Si tratta della decisione del Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione polacca (KRRiT) di escludere la “Televisione Trwam”, l’unica televisione cattolica, dalla piattaforma digitale nazionale che dal 2013 assicurerà ai Polacchi l’accesso gratuito ad una serie di emittenti TV. E’ una decisione gravissima, dettata prima di tutto da pregiudizi anticattolici e da forti interessi ideologici, coperti da “deboli” scusanti di “instabilità finanziaria” della televisione cattolica.

Per spiegare questa preoccupante faccenda p. Tadeusz Rydzyk, il direttore della Televisione Trwam, ha concesso un’intervista al settimanale cattolico “Niedziela”, che qui riportiamo integralmente. L’intervista è di Lidia Dudkiewicz, vice-direttore di “Niedziela”.

Siamo testimoni di un tentativo di limitare la liberta di parola, con la violazione degli standard internazionali garantiti, tra l’altro, dall’art. 11 della Carta Europea dei Diritti Fondamentali, dove si parla del „rispetto della libertà e del pluralismo dei media”. Tutto quello che succede intorno alla Televisione Trwam, può essere letto anche come la negazione del diritto alla libertà di parola, garantito dall’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Sotto i nostri occhi si nega all’unica televisione cattolica il libero accesso alle nostre case. Lei che cosa pensa della decisione del Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione (KRRiT)?

P. Tadeusz Rydzyk CSsR– Il ministro del culto del vecchio governo comunista polacco diceva: „Non permetteremo alla Chiesa di uscire dalle sacrestie”. Quel ministro si occupava del culto non per aiutare i credenti, ma per ostacolarli. Nei tempi comunisti ogni metodo era buono per limitare l’influenza della Chiesa sulla società, particolarmente sui giovani. Oggi la posta in gioco è la stessa. Mi meraviglio, perché lo Stato dovrebbe servire la nazione, non viceversa. E’ un gioco cinico dove si ignora l’identita della nazione e si agisce contro la giustizia sociale. Perché si impedisce alla gente un libero accesso alla televisione cattolica? Il 90% della nazione è cattolica e dalle loro tasse si mantiene l’apparato dello Stato. Allora perché i cattolici vengono trattati in modo così ingiusto? Perché si vuole di nuovo „cacciare” la nazione dentro le sacrestie?

Abbiamo vissuto l’anno di svolta 1980, l’anno di „Solidarność”, e dopo l’anno 1989, quando sembrava che fosse tornata la normalità. Adesso ci accorgiamo che siamo tornati ai vecchi tempi: tramite la propaganda e i media si vuole distruggere la Chiesa. Mons. Adam Lepa, uno dei più grandi conoscitori dei media polacchi, ha indicato delle tecniche di manipolazione che si usano per attaccare la Chiesa. Temo che ci siano dei centri di contro-evangelizzazione che organizzano tutte queste azioni.

Oggi ci accorgiamo che nel 1989 i vecchi governanti comunisti hanno “barattato” il potere contro la proprietà; hanno rinunciato temporaneamente al potere per appropriarsi dei beni dello Stato, i beni che erano frutto di lavoro di generazioni di Polacchi. Si sono appropriati anche dei media e, come se non bastasse, sono tornati a dirigere i media pubblici. Assistiamo ad uno strano processo: la gente che è al potere riesce ad entrare in possesso sempre di nuovi media e i cattolici, stranamente, sono esclusi.

Allora dico che in Polonia non c’è ancora la normalità. Ci sarebbe la normalità se la percentuale dei media corrispondesse alla percentuale dei Polacchi (ci sono i media in lingua polacca in mano straniera) e la percentuale dei media cattolici corrispondesse alla percentuale dei cattolici. Per i media cattolici intendo dire i media dove c’è spazio per Dio e per l’uomo, l’uomo presentato secondo la legge naturale, la legge di Dio. Purtroppo in nome della modernità, la sinistra e gli ambienti liberali impongono alla società polacca, ovviamente anche ai cattolici, opinioni contrarie alla legge naturale e, direi, anche al buon senso. Siamo arrivati al punto che bisogna combattere per la televisione cattolica: in Polonia dobbiamo difendere i diritti della maggioranza cattolica contro le azioni delle autorità.

Oggi assistiamo alle azioni discriminatorie nei confronti della Televisione Trwam. Ma lo stesso trattamento è stato riservato a Radio Maria. Negli anni 90 quando assegnavano le concessioni per gli emittenti privati Radio Maria non ha ottenuto la concessione per tutta la Polonia. Tutto questo può essere un segno di discriminazione dei credenti?

P. Tadeusz Rydzyk CSsR – Si può dire che Radio Maria è stata trattata in modo “particolare” dal Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione. Quando tale Consiglio assegnava le concessioni per le emittenti private Radio Maria non ha ricevuto la concessione per tutto il Paese. Di questa faccenda si è occupato il Parlamento che ha constatato un’ingiustizia ed anche la Commissione Suprema di Controllo (NIK) ha parlato della discriminazione di Radio Maria. Ma il Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione non ha mai rimediato a queste mancanze, anche se era suo dovere farlo. Perciò Radio Maria ha la potenza di 1/3 inferiore alle altre emittenti e non ha la stereofonia come gli altri. Soltanto i cattolici non hanno ricevuto la concessione per l’emissione in digitale dei programmi televisivi, quando le altre emittenti televisive hanno più di un posto sulla piattaforma digitale multiplex. Questi esempi dicono chiaramente che i cattolici sono discriminati e esclusi in questi campi. Vale la pena ricordare le parole di Giovanni Paolo II pronunciate davanti al Parlamento polacco l’11 giugno 1999: „Quando i diritti umani sono ignorati o disprezzati, quando il perseguimento di interessi particolari prevale ingiustamente sul bene comune, allora vengono inevitabilmente seminati i germi dell’instabilità, della ribellione e della violenza”. Noi temiamo questo, perciò ci vuole il dialogo e ci vogliono i media indipendenti. Anche i cattolici dovrebbero avere i loro media e noi ci battiamo per questo.

Jan Dworak, il presidente del Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione, ha detto che l’anno scorso alla Televisione Trwam non è stato assegnata la concessione per usufruire della piattaforma digitale per i motivi finanziario-ecconomici, decisione che è stata confermata anche quest’anno. Secondo Lei quali invece sono le vere ragioni di questa negazione della concessione?

P. Tadeusz Rydzyk CSsR – E’ una cosa paradossale: la propaganda diffonde con insistenza l’immagine di una Chiesa ricca e adesso, quando fa comodo, si dice la Chiesa non ha soldi per mantenere la televisione. E’ una cosa illogica. La Televisione Trwam ha subito un torto perché i suoi documenti contabili non sono stati analizzati obiettivamente. Noi abbiamo già otto anni d’esperienza come emittente televisiva e la nostra situazione economica è solida. Ma per il Consiglio KRR
iT le più degne di fiducia sono state le ditte che non soltanto non dispongono del capitale ma fino ad oggi non facevano televisione. In conseguenza di questa ingiusta decisione del Consiglio, la Televisione Trwam, cioè l’unica televisione cattolica in Polonia, è stata estromessa dalla possibilità di trasmettere tramite la piattaforma digitale.

Perché è così importante poter trasmettere tramite la piattaforma digitale? Se la Televisione Trwam fosse estromessa da tale piattaforma, come un Polacco potrebbe vederla in futuro?

P. Tadeusz Rydzyk CSsR – L’estromissione dalla piattaforma digitale significa che dal luglio 2013 la Televisione Trwam non potrà arrivare alle case dei Polacchi. Tutto questo sta succedendo quando si sta decidendo il futuro dei media in Polonia. Vogliono eliminarci dalla piattaforma e nello stesso tempo agli altri viene assegnato più di un posto. E’ vero che potremmo trasmettere tramite il satellite ma questo limiterebbe moltissimo la possibilità di arrivare con i nostri programmi. Insomma con l’introduzione delle nuove tecnologie ognuno a casa potrà avere decine e decine di canali televisivi tra cui non ci sarà la Televisione Trwam. Peggio, non ci sarà nessun emittente televisiva cattolica!

Nella società polacca si nota un grande appoggio ai tentativi della Televisione Trwam di avere il posto sulla piattaforma digitale. Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale ha preso una posizione ufficiale; gli europarlamentari hanno segnalato il fatto alla competente Commissione del Parlamento Europeo; la decisione ha turbato anche la Fondazione dei Dritti dell’Uomo di Helsinki, che ha chiesto delle spiegazioni. Che cosa possiamo fare noi, come cittadini e cattolici, per trovare la giusta soluzione per la Televisione Trwam?

P. Tadeusz Rydzyk CSsR – Su tutta la confusione legata al rifiuto di concedere alla Televisione Trwam la possibilità di trasmettere bisogna guardare in modo più vasto. Qui non si tratta soltanto di un posto sulla piattaforma digitale. Qui si tratta dell’estromissione dei credenti da certi spazi della vita pubblica. Questa è un’altra tappa del tentativo di distruggere lo spirito dei Polacchi e la cultura cristiana. In questo tentativo sono impegnate forze formidabili. Quando per perorare la causa della Televisione Trwam, mi sono recato nelle aule del Parlamento e del Senato delle Commissioni della Cultura e dei Media, avevo l’impressione di trovarmi davanti ad un Golia armato fino ai denti. In quelle stanze ho visto tanto cinismo, tanta arroganza, tanto disprezzo, tanta incomprensione, ho visto il male. E tutto questo da parte dai membri del Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione dove siedono le persone scelte dal presidente della Polonia e dai tre partiti polacchi: PO (partito liberale), SLD (partito ex-comunista) e PSL (partito dei contadini).

Lei mi chiede: cosa fare? Preghiamo. Vinca la Madonna. Dobbiamo pregare per il miracolo dei veri cambiamenti affinché in Polonia non ci sia più la discriminazione di credenti, affinché non si neghi la libertà ai media, affinché nella Patria vinca il bene. Per questo dobbiamo parlare anche con le persone non credenti e delle varie estrazioni politiche, per spiegare loro anche cose ovvie, per esempio che esiste il pluralismo del pensiero e delle convinzioni, la ricerca del bene comune, della verità.

A parte la preghiera, chiedo anche azioni concrete: la raccolta delle firme in difesa della Televisione Trwam. Vogliamo sapere quante persone protestano: abbiamo contato più di 100 mila firme, ma ogni giorno stanno arrivano nuove lettere. Dobbiamo essere solidali nel nostro agire perché la posta in gioco è altissima. Oggi combattiamo per uno spazio sulla piattaforma digitale per la televisione cattolica, ma fra poco ci sarà anche il problema delle trasmissioni radiofoniche in digitale. Vogliamo far capire che in Polonia si sta combattendo la guerra per garantire la libertà ai media cattolici. Dalle concessioni che saranno assegnate adesso per le piattaforme digitali dipenderà l’assetto mediatico in Polonia per i futuri decenni. Non possiamo permetterci che in Polonia – Paese a maggioranza cattolico – i media cattolici siano esclusi dal panorama mediatico.

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ZENIT Staff

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