ROMA, giovedì, 19 gennaio (ZENIT.org) – La pastorale della Chiesa, guidata dal Papa e dai Vescovi è la dimensione corretta della giustizia in un periodo storico di forte relativismo. La dimensione giuridica e quella pastorale sono inseparabilmente unite nella Chiesa e quindi il volume con il commento giuridico pastorale del Codice di diritto canonico si trasforma in uno strumento importante per evitare procedure relativistiche e un’interpretazione meramente soggettiva delle norme canoniche.
Questi, in sintesi, alcuni dei concetti espressi alla presentazione della terza edizione di Commento giuridico-pastorale sul Codice di diritto canonico, presentato martedì 17 gennaio presso l’Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense.
L’opera aveva già conosciuto due edizioni, nel 1986 e 1996, firmate dal suo autore, il compianto mons. Luigi Chiappetta, mentre ora viene riproposta questa edizione, curata da un team di noti docenti e cultori del Diritto canonico: i professori Francesco Catozzella, Arianna Catta, Claudia Izzi e Luigi Sabbarese.
Dopo i saluti del rettore della Pontificia Università Lateranense, monsignor Enrico Dal Covolo, e di padre Pier Luigi Cabri, Direttore Editoriale delle EDB, hanno presentato l’opera il presidente emerito della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, il cardinale Velasio de Paolis, e Luigi Sabbarese, uno dei curatori e professore ordinario della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Urbaniana. Ha moderato l’incontro il claretiano Manuel Jesus Arroba Conde, Preside del Pontificio Istituto Utriusque Iuris.
Il rettore della Lateranense ha ricordato che “In maniera coerente allo spirito del Concilio Vaticano II, il Codice di Diritto canonico, promulgato dal Beato Papa Giovanni Paolo II nel 1983, ha evidenziato l’indole naturalmente giuridica di ogni esperienza umana, e delle relazioni che si costituiscono nella comunità ecclesiale”.
“Nella Chiesa non c’è spazio per mentalità e procedure relativistiche – ha aggiunto – con la conseguenza inevitabile di una visione distorta del diritto e di un’interpretazione meramente soggettiva delle norme canoniche. In un contesto culturale segnato dal relativismo e dal positivismo giuridico, la pastorale della Chiesa, guidata dal Papa e dai Vescovi, è la dimensione corretta per ricondurre la persona umana al diritto e alla giustizia”.
Dal Covolo ha insistito, altresì, sul rischio di identificare il diritto della Chiesa con la sola attività giudiziaria. “Tra i due aspetti, quello giuridico e quello pastorale – ha spiegato il presule – non vi è contrapposizione, quanto piuttosto complementarietà. Diritto e pastorale, quindi, costituiscono un “binomio inscindibile” per il bene della Chiesa e per la salus animarum, così come il santo Padre Benedetto XVI ha affermato quasi un anno fa, nel suo più recente intervento al Tribunale della Rota Romana.
Il rettore della Lateranense ha proseguito citando un’Allocuzione del 1990 del beato Giovanni Paolo II: “Non è vero che per essere più pastorale il diritto debba rendersi meno giuridico […]. La dimensione giuridica e quella pastorale sono inseparabilmente unite nella Chiesa, pellegrina su questa terra. Anzitutto, vi è una loro armonia derivante dalla comune finalità: la salvezza delle anime”.
Mons. Dal Covolo ha manifestato la sua convinzione “che questo Commento al Codice, che conserva giustamente la firma di mons. Chiappetta, costituisca davvero una miniera di informazioni indispensabili per studenti, docenti e operatori del diritto”.
La nuova edizione continua a mantenere il triplice profilo delle precedenti edizioni che raccolgono tutti i canoni del Codex Iuris Canonici: la legislazione universale, il diritto particolare e complimentare e la normativa pattizia.
L’aggiornamento ha riguardato la normativa complementare della Conferenza episcopale italiana ma anche il nuovo panorama normativo, tenendo conto delle mutazioni legislative apportate ad alcuni canoni del Codice, e anche in considerazione di ulteriore e nuova legislazione apportate ad alcuni canoni del Codice.