Lo Zambia ha bisogno di una leadership altruista

Intervista con monsignor Charles Kasonde, vescovo della diocesi di Solwezi

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ROMA, venerdì, 13 gennaio 2012 (ZENIT.org) – La diocesi di Solwezi, in Zambia, ha una superficie di 88.300 chilometri quadrati e una popolazione di 750.000 abitanti, di cui 80.000 sono cattolici. In collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), Marie Pauline Meyer ha intervistato per Where God Weeps (Dove Dio Piange) monsignor Charles Kasonde, il quarto vescovo di Solwezi da quando è stata elevata a diocesi nel 1976.

Lei è stato nominato vescovo di recente. Questo nuovo compito è difficile?

Monsignor Kasonde: Sì e no. È difficile, sapendo che è un compito che devo eseguire e che richiede molta esperienza, che non ho. Una volta ordinato sacerdote, tu rimani aperto all’agire dello Spirito nella tua vita e anche a quello che la Chiesa vuole che tu faccia. Quindi, come sacerdoti, abbiamo lo spirito missionario pronto ad essere inviato ovunque e a ricevere qualsiasi compito, per noi non è una promozione, è una nomina alla quale diciamo gentilmente ‘sì’ ed andiamo avanti. Mi affido alla grazia di Dio perché mi aiuti a svolgere le mie attività con il sostegno dei cristiani, dei miei fratelli sacerdoti, diaconi, vescovi e di tutta la fraternità in seno alla Chiesa.

Ho sentito dire che molte sètte stanno sbarcando in Zambia. Lo può confermare?
 
Monsignor Kasonde: La mia diocesi è un caso particolare nel senso che delle dieci diocesi è l’unica che per molto tempo è stata occupata dai protestanti. Qui i nostri fratelli e sorelle sono stati molto partecipi alla proclamazione della Parola di Dio. Il cattolicesimo è un po’ estraneo, ma lentamente si sta diffondendo e la gente inizia a conoscerlo; abbiamo già costruito delle chiese, anche se alcune poggiano su strutture molto scadenti. Situata quasi interamente nella provincia del Nord Ovest, la quale copre il mio territorio canonico, la popolazione è di circa 900.000 abitanti e la presenza cattolica è ridotta a circa 90.000, il 10% dell’intera popolazione. In altri luoghi la popolazione cattolica arriva anche al 70-80%, per cui ho ancora molta strada da percorrere.

Lei dice che la vostra diocesi è prevalentemente rurale, il che significa che la gente è molto povera. I poveri sono attratti dalle altre Chiese perché ricevono cibo e altre risorse per la vita quotidiana?
 
Monsignor Kasonde: Sì. I poveri lo fanno non intenzionalmente, ma perché non hanno le necessità fondamentali. Quando si parla di povertà, è schiacciante.

Può descrivere la povertà?

Monsignor Kasonde: La povertà è guadagnare meno di un dollaro al giorno. Guadagnano 50 centesimi al giorno e questo è tutto. Alcuni addirittura non ci arrivano. Così la nostra gente va avanti a fatica e dipende da quello che producono i campi. Dipende anche dalla pioggia, perché non abbiamo sistemi di irrigazione: solo pochi privilegiati ne dispongono. Senza la pioggia c’è la siccità, il che significa che non sono in grado di acquistare le necessità quotidiane per le loro famiglie nonché pagare le tasse scolastiche dei figli. È una situazione terribile, ma con la grazia di Dio stiamo sopravvivendo e siamo felici anche in mezzo a questa povertà.

Quando si consulta Internet sullo Zambia, il più delle volte i siti web parlano dell’AIDS e dei problemi legati alla povertà. Lei condivide questa visione?

Monsignor Kasonde: Ne prendo atto ma questo non è tutto lo Zambia. Lo Zambia è un Paese pacifico e bello. I media vogliono forse rappresentarlo in questo modo, ma lo Zambia non è solo povertà, AIDS o corruzione. Certamente abbiamo questi problemi, ma basta girare un po’ per vedere che alcuni abitanti sono ricchi, altri sono poveri ma comunque allegri e soddisfatti di quello che fanno. Gli abitanti dello Zambia sono moderati e quindi è un perfetto connubio. Il motivo per l’enfasi su AIDS, povertà e corruzione è perché molti cittadini si oppongono a questo.

Comunque l’Aids è un problema?

Monsignor Kasonde: L’AIDS è senz’altro un grosso problema nella regione sub-sahariana dell’Africa e Zambia fa parte di questa regione. Non esiste una cura e quando qualcuno è sieropositivo, la malattia si diffonde. Abbiamo visto soprattutto la gente di mezza età, chi guadagna il pane in famiglia, il sostegno della famiglia, morire di AIDS e i pensionati, gli anziani e i deboli – le nonne e i nonni – assumere il compito dei genitori per i nipotini rimasti orfani perché i propri figli stanno morendo o sono già morti.

Lei ha una soluzione?

Monsignor Kasonde: Credo che una soluzione potrebbe essere quella di investire nell’istruzione. C’è stato un tempo in cui la Chiesa cattolica metteva a disposizione delle strutture educative ma poi è arrivato il governo e ha nazionalizzato tutto: in sé era una cosa buona, ma non sono riusciti a garantire un’educazione di qualità. Ora vogliono incaricare nuovamente la Chiesa, adesso che le scuole non sono in buone condizioni e cadono a pezzi. Così la Chiesa esita un po’, ma sappiamo che l’istruzione è una priorità. Se vogliamo aiutare la nostra gente, dobbiamo farlo attraverso la scuola, perché una persona istruita soffrirà meno di una persona illetterata. L’istruzione è la chiave e la presa di coscienza soprattutto per la generazione che sta crescendo: se loro ricevono un’educazione, andranno a cercare i propri mezzi di sostentamento e di sopravvivenza. Quindi, questo è un settore che vorrei seguire: riottenere le scuole. Se abbiamo il denaro ed investiamo in questo ambito, potremmo rinnovarle ed attirare gli insegnanti che potrebbero educare i nostri figli.

Qual è la speranza per il vostro Paese?
 
Monsignor Kasonde: Lo Zambia è molto ricco di minerali e risorse naturali. Quello che serve è un leader in grado di interpretare i segni dei tempi, un leader in grado di morire un po’ per il suo popolo, un leader sincero ed onesto. È assurdo essere così poveri come siamo adesso, perché ovunque vai ci sono risorse minerali e viviamo in una regione piovosa. In ogni stagione piove in abbondanza ed è per questo che la gente non ha nemmeno investito in irrigazione: abbiamo abbastanza pioggia per far crescere i raccolti. La povertà in Zambia è estrema. L’unica cosa di cui ha bisogno lo Zambia è una leadership che imponga il rispetto, che faccia ordine: solo così possiamo essere sani e salvi a casa nostra.

Questa intervista è stata condotta da Marie-Pauline Meyer per Where God Weeps, un programma televisivo e radiofonico settimanale, prodotto da Catholic Radio and Television Network, in collaborazione con l’organizzazione internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre.

In rete:
Aiuto alla Chiesa che soffre: www.acn-intl.org
Aiuto alla Chiesa che soffre Italia: www.acs-italia.glauco.it
Where God Wheeps: www.wheregodweeps.org

[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]


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ZENIT Staff

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