CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 13 gennaio, 2011 (ZENIT.org) – Dopo gli amministratori di Roma e del Lazio, è stato il turno degli agenti dell’Ispettorato di Sicurezza presso il Vaticano, ai quali papa Benedetto XVI ha rivolto gli auguri per il nuovo anno nel corso di un’Udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.
Un saluto particolare il Pontefice l’ha rivolto al Dirigente Generale dell’Ispettorato di Polizia, Raffaele Aiello, e al Prefetto, Salvatore Festa. A tutti gli agenti e funzionari Benedetto XVI ha espresso la propria personale gratitudine per il “prezioso e delicato lavoro” svolto.
“La tutela dell’ordine pubblico, soprattutto in un’area così frequentata da turisti e pellegrini di ogni parte del mondo, non è un compito semplice”, ha detto il Santo Padre.
La grande folla di persone che ogni giorno viene a pregare sulle tombe degli Apostoli, tuttavia, “non costituisce certamente un problema per la città di Roma e per l’Italia intera, bensì una ricchezza e un motivo di vanto”, ha aggiunto.
<p>Il Papa ha poi espresso l’augurio che la massiccia presenza quotidiana di pellegrini presso la Basilica, possa irrobustire la fede degli addetti alla sicurezza vaticana, aiutandoli “ad affrontare la vita con una condotta degna di cristiani autentici e di cittadini maturi”.
Accennando agli episodi di violenza e di intolleranza, che hanno caratterizzato l’hanno appena trascorso, e al fanatismo anti-cristiano che continua a manifestarsi in molte parti del mondo, Benedetto XVI ha sottolineato che le parole “giustizia” e “pace” sono utilizzati “spesso in modo equivoco”.
La giustizia, infatti, “non è una semplice convenzione umana”, poiché sovente, proprio in nome di una presunta giustizia, “dominano i criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere, si può calpestare il valore e la dignità della persona umana”, ha osservato il Santo Padre, richiamandosi ai contenuti del Messaggio per la giornata della pace 2012 (n°4).
Anche la pace non è una semplice assenza di guerra ma, in primo luogo, un “dono di Dio che va chiesto con fede e che in Gesù Cristo trova la via per raggiungerla”. Essa si realizza con un “contributo di compassione, solidarietà, fraternità e collaborazione di ciascuno” ed è “profondamente legata alla giustizia – animata dalla verità nella carità – che gli uomini sono in grado di realizzare a partire dal contesto in cui abitualmente vivono: la famiglia, il lavoro, le relazioni di amicizia”.
Impartendo la Benedizione Apostolica sui presenti e invocando la materna intercessione della Regina della Pace, il Santo Padre ha espresso l’augurio per un 2012 “vissuto da tutti all’insegna del rispetto reciproco e del bene comune, augurandoci che nessun atto di violenza sia compiuto nel nome di Dio, supremo garante della giustizia e della pace”.