Più di 800 ebrei hanno festeggiato l'arrivo dei Re Magi alla Domus Galilaeae

Celebrata l’Epifania nel Centro Internazionale del Cammino Neocatecumenale, sul lago di Tiberiade

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GERUSALEMME, lunedì, 9 gennaio 2012 (ZENIT.org) –  “Sono arrivati i Re Magi!”. Tra le grida di gioia e l’emozione di circa 800 ebrei, soprattutto bambini, sono realmente giunti tre Re Magi in carne ed ossa per la festa dell’Epifania svoltasi, sabato 7 gennaio, presso il Centro internazionale “Domus Galilaeae” in Terra Santa.

La “Domus”, gestita e progettata dal Cammino Neocatecumenale, è un centro di formazione, studio e ritiro spirituale che sorge su un terreno situato sul Monte delle Beatitudini. Un’opera di particolare interesse per la Chiesa e per Israele sul lago di Tiberiade che accoglie al suo interno anche un seminario “Redemptoris Mater”.

“Quanto è accaduto ci sorprende sempre di più, di anno in anno”  – ha dichiarato alla Radio Vaticana, padre Francesco Voltaggio, rettore del Seminario – “oggi sono venuti così tanti ebrei, circa 800 tra adulti e bambini, che avevamo a malapena posto per accoglierli”.

“L’ambiente era meraviglioso – prosegue – e voglio condividere una piccola esperienza per dare un’idea: una signora mi ha ringraziato dicendo Io non sono un’ebrea religiosa, ma voi date una parola di fede senza fare politica; spero che le cose che oggi avete detto si avverino nella mia vita”.

Una grande celebrazione, quindi, tra le bianche mura della Domus Galilaeae, per la solennità dell’Epifania del Signore, ma anche una grande festa accompagnata da canti di Natale in lingua e canti della tradizione ebraica.

“Abbiamo letto il profeta Isaia, abbiamo cantato il Vangelo e i bambini hanno fatto molte domande ai Re Magi. Questo ci ha dato l’occasione di dare testimonianza di Gesù e anche manifestare la nostra amicizia verso il popolo ebraico” ha aggiunto padre Voltaggio.

Non è il primo anno, infatti, che si vive nel centro della Domus l’esperienza di celebrare l’Epifania insieme ad altre confessioni religiose. “Normalmente, facciamo anche un evento con la chiesa locale, con gli arabi e i cristiani della Galilea che partecipano numerosi” ha precisato il giovane rettore.

“Il bilancio è molto positivo: noi cerchiamo di fare un regalo sia al popolo di Israele che al popolo ebraico, ai nostri fratelli ebrei e ai cristiani di varie confessioni, specialmente cattolici ed ortodossi, che vengono numerosissimi per la festa dei Re Magi” ha soggiunto, dichiarando inoltre che “iniziano ad affacciarsi anche alcuni musulmani, attratti dalla parola di fede…”.

Un ambiente aperto, dunque, e un clima di comunione frutto di “una Grazia che ci ha dato il Signore, merito di quest’Opera progettata da Kiko Argüello; del direttore della casa, padre Rino Rossi e soprattutto di Giovanni Paolo II che ci ha fatto il dono di inaugurarla”.

Sembra che nella Domus Galielaeae si realizzi, dunque, l’augurio di papa Wojtyla di “promuovere iniziative per un dialogo più profondo tra chiesa cattolica e mondo ebraico”.

“Sin dai primi tempi – ha aggiunto, in proposito, padre Voltaggio – sono venuti tantissimi ebrei a farci visita attratti dalla bellezza del luogo, il Monte delle Beatitudini, e anche dalla meravigliosa estetica della casa. Qui, gli ebrei si sentono voluti bene, si sentono accolti, e questo perché il nostro cristianesimo ha radici in questo popolo”.

“Difficoltà ci sono sempre, quando si apre una strada nuova – ha concluso – però quello che noi riteniamo importante è non nascondere mai la nostra identità, manifestare senza paura la nostra fede in Gesù Cristo, con delicatezza e con il sincero amore che ci dà il Messia che viene con noi cristiani per dare una testimonianza d’amore al popolo ebraico”.

(Fonte: Radio Vaticana)

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ZENIT Staff

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