di Antonio D’Angiò
CAPUA, sabato, 7 gennaio 2012 (ZENIT.org) – Nel 1966, nella città di Capua, sede di una delle dieci Pontificie Facoltà Teologiche della Campania, nasceva la rivista Capys, pubblicata come “Bollettino interno degli amici di Capua”, con una cadenza annuale e la caratteristica di una miscellanea di studi eruditi. Nel 2008, con il n. 40, Capys chiudeva definitivamente le pubblicazioni.
Acquisita dall’ISSR – Istituto Superiore di Scienze Religiose “san Roberto Bellarmino” di Capua, la testata, a partire dal 9 settembre 2010, è divenuta l’organo ufficiale per la ricerca della suddetta istituzione accademica capuana collegata alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Nel corso del 2011 tale iniziativa editoriale ha visto la pubblicazione dei tre volumi che sono andati a coprire il periodo di attività della rivista.
<p>Abbiamo incontrato Rosolino Chillemi, Direttore onorario e Antonio Ianniello, Direttore scientifico della rivista Capys, negli ultimi giorni del 2011, che ci hanno fornito alcuni approfondimenti circa la storia passata e presente della rivista.
Chillemi, per quarant’anni direttore di Capys, annuario dell’Associazione “Amici di Capua”, ci ha raccontato di come si sia sentito “lusingato ed onorato” di poter fare dono del titolo della testata al fine di consentire la prosecuzione di un’esperienza che iniziava a mostrare i segni del tempo e che, in questo modo, invece, poteva rinascere e proseguire.
Questo perché l’ISSR, come da statuto “si riserva la possibilità di fondare un proprio organo di divulgazione scientifico-accademica, costituendo apposito comitato scientifico”. In questo modo è nata Capys: Rivista di storia e scienze religiose, edita da “Su Ali D’Aquila” nel momento in cui la precedente testata Capys cessava le pubblicazioni.
Antonio Ianniello, Direttore scientifico, ci ha presentato la rivista e gli uomini e le donne che formano sia il Consiglio di Redazione che il Comitato scientifico, entrambi di otto componenti. Nel Comitato si rileva la presenza tra gli altri, di Gianfranco Basti, Preside della Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense di Roma; di Agostino Cilardo, Preside della Facoltà di Studi Islamici e del Mediterraneo dell’Università Federico II di Napoli e di Luigi Rossi, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Salerno.
La rivista, di oltre duecento pagine per volume, presenta sempre analoga copertina con immagini di due aquile riprese da elementi architettonici di due Chiese dell’area Capuana, ed è divisa in tre sezioni.
La prima cosiddetta “Sezione monografica” è dedicata all’approfondimento di una tematica di particolare interesse culturale, storico o teologico; la seconda, “Sezione miscellanea” riguarda l’ambito storico locale e la terza, “Sezione bibliografica”, con presentazioni di libri, atti dei convegni, vuole “tradurre contesti e problemi della moderna società in un linguaggio accessibile”. Fa da appendice a quest’ultima sezione la nutrita rubrica delle recensioni di libri.
Ianniello ci ha illustrato, inoltre, l’obiettivo di far arrivare la rivista nel circuito delle librerie italiane, in modo tale da aumentare la tiratura e la diffusione, attualmente legata in primis a docenti e studenti della Facoltà e a studiosi e appassionati ad essa collegati.
Tra gli argomenti trattati nei primi tre volumi editi nell’anno appena trascorso, ne segnaliamo alcuni che hanno particolarmente attratto la nostra attenzione.
Innanzitutto uno studio monografico su Galileo Galilei all’interno del primo numero; poi una riflessione sulla “banalità del male” nella sezione bibliografica del secondo numero e, infine, sempre nella sezione monografica ma del terzo numero, interventi sulle modalità di rappresentazione di Cristo e della Crocifissione ad opera di grandi artisti, quali ad esempio Raffaello, Goya, Velàzquez, Rubens, Caravaggio o di artisti locali, come Don Battista Marello, parroco della Chiesa di San Ferdinando Re in San Leucio presso Caserta.
Una rivista sicuramente per studiosi ma che, anche tramite la sezione delle recensioni e quella miscellanea sulla storia della Campania, vuole arrivare a un pubblico più popolare e quindi, opportunamente, più ampio.
Per approfondimenti è possibile consultare il sito http://www.rivistacapys.it