BRUXELLES, martedì, 30 agosto 2011 (ZENIT.org).- Con la convinzione che riconoscere il senso della fragilità umana nella società europea contemporanea può aiutare a contrastare “le ideologie antiumaniste che hanno drammaticamente caratterizzato, in questi ultimi tre secoli, la storia del continente europeo”, la Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche ha organizzato uan giornata di colloquio intitolata “Senso o nonsenso della fragilità umana nella società europea contemporanea”.

Il seminario si celebrerà nella sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles (Belgio), il 21 ottobre sotto il patrocinio del presidente e dei massimi responsabili della salute pubblica, dell'impiego e delle questioni sociali del Parlamento Europeo.

La fragilità umana svolge da moltissimi anni una “funzione fondamentale” “nell'affermazione dell'intelligenza sociale, della creatività e delle capacità socio-cognitive e spirituali dell'uomo”, segnalano gli organizzatori in un documento di presentazione del colloquio.

“L'esigenza di assumere a livello giuridico e politico la vulnerabilità umana, in modo non solo negativo, richiede infatti che venga pensata e tradotta di nuovo, in modo pragmatico, in politiche realiste ma anche innovative”, aggiungono.

A loro avviso, l'invecchiamento e l'aumento della prevalenza della situazione di indebolimento e della durata della vita delle persone, insieme allo sviluppo scientifico, tecnologico e culturale dei Paesi occidentali, pone la sfida economica del finanziamento e, in senso più ampio, dell'accompagnamento e dello sviluppo personale e sociale degli anziani, dei malati o degli handicappati.

Per affrontarla, sottolineano la necessità di “una riflessione inedita sui mezzi necessari” per farsi carico delle persone più fragili e assicurare la loro partecipazione alla civiltà democratica.

In questo senso, gli organizzatori del colloquio avvertono che “il risanamento del bilancio indispensabile per l'Europa e la sua fattibilità finanziaria a lungo termine dovranno così armonizzarsi con importanti riforme strutturali, in particolare nel settore delle pensioni, dell'assistenza sanitaria e dei sistemi di protezione sociale e di istruzione”.

Tutto ciò rappresenta un investimento essenzialmente qualitativo: i processi di umanizzazione richiedono, ad esempio, “la responsabilità della relazione parentale”, un “tessuto umano delle relazioni professionali e sociali” e l'“accompagnamento delle persone anziane”.

L'organizzazione europea dei medici cattolici ha sottolineato alcune prospettive a partire dalle quali viene affrontata questa realtà: “Alcuni esperti sognano di costruire un nuovo modello di società proponendo ad esempio di trasformare le nostre 'strutture ospedaliere', di promuovere il modello delle 'famiglie d'accoglienza', del 'volontariato', o di prevedere la robotizzazione del modo di affrontare le necessità delle persone più dipendenti”.

“Altri sperano di poter trasformare la condizione umana attraverso le innovazioni genetiche e della tecnica per attenuare o anche porre fine alla loro vulnerabilità strutturale”, ma i promotori del seminario avvertono che non bisogna dimenticare il potenziale della fragilità umana.

Con il colloquio al Parlamento Europeo gli organizzatori cercano di riflettere, dibattere e soprattutto proporre raccomandazioni concrete e pragmatiche a quanti decidono le politiche europee e nazionali.