Una giornata europea in difesa della vita

Appello dei pro vita ungheresi

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di Antonio Gaspari

RIMINI, giovedì, 25 agosto 2011 (ZENIT.org).- In ogni Paese d’Europa, associazioni, religiosi, personale sanitario, popolo tutto, celebrano almeno una volta l’anno la giornata per la vita.

Edith e Gaspar Frivaldszky, ungheresi, l’una copresidente del “Foro per la protezione della Vita” e l’altro fondatore dell’Associazione “Insieme per la Vita” hanno proposto dallo stand del Movimento per la Vita presente al Meeting di Rimini, una giornata comune a tutti i paesi europei per celebrare e proteggere la vita nascente.

Intervistati da ZENIT Edith e Gaspar Frivaldszky hanno proposto domenica 25 marzo 2012 come data ideale e simbolica affinché nelle varie nazioni dell’Europa si celebri la giornata in difesa della vita.

Edith, giovane mamma di tre bambine, ha raccontato che appena caduto il comunismo i medici hanno avuto la possibilità di dichiararsi obiettori di coscienza e quindi di non partecipare più a pratiche abortive.

Durante la dittatura comunista uno dei medici ungheresi più importanti, uno dei primi che ha praticato un intervento curativo in utero, pur di non essere costretto a partecipare a pratiche abortive è dovuto emigrare dall’Ungheria ed è andato a Oxford.

Circa la situazione attuale, Edith ha spiegato che “la popolazione ungherese nella grande maggioranza è favorevole alla vita, nessuno sostiene che l’aborto sia una cosa buona”.

Diversi studi hanno dimostrato che il desiderio delle famiglie ungheresi è di avere almeno tre bambini, e il governo sta facendo una buona politica a favore delle famiglie con figli.

Gaspar ha confermato che “con tre figli la riduzione delle tasse è pari ad un quarto (25%) dello stipendio. Cioè 250 euro ogni 1000 percepiti”.

In merito al manifesto ungherese in cui si proponeva di evitare l’aborto favorendo l’adozione, che ha fatto tanto infuriare l’Unione Europea, Gaspar ha raccontato di aver seguito tutta la stampa nazionale e “tutti i giornali erano pieni di articoli a favore”.

Le critiche sono tutte esterne al Paese, perché in Ungheria la popolazione, i mass media, le associazioni e la società civile condividono appieno il messaggio favorevole all’adozione piuttosto che all’aborto.

Per migliorare e allargare il lavoro di assistenza alle mamme e alle famiglie, Gaspar – che già svolge un lavoro con gruppi in Romania e in Ucraina – ha proposto di moltiplicare i rapporti tra i diversi movimenti per la vita presenti in Europa.

Si tratta di persone molto sensibili al tema della difesa della vita, appartenenti a Chiese protestanti, ortodosse, cristiane in genere.

Insieme si sta lavorando per costituire case di accoglienza, organizzare gruppi di aiuto per donne in difficoltà e psicologi e curatori di anime per donne che vanno in depressone a causa della sindrome del post aborto.

“Noi aiutiamo tutti con grande cura, delicatezza, libertà”, ha sottolineato Gaspar.

Per il coordinamento dei tanti movimenti per la vita europei, Gaspar ed Edith hanno sostenuto la necessità immediata di attivare un sito internet, per scambiare le esperienze, le conoscenze, la formazione e per migliorare l’accoglienza e la cura delle persone in difficoltà.

“Alcuni credono che noi siamo un movimento di denuncia – ha concluso Gaspar -, ma il nostro vero fine è quello di aiutare la vita in tutte le sue forme. Noi non siamo contro nessuno, noi siamo per la vita di tutti”.

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ZENIT Staff

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