Un canto di speranza, il nuovo album di Sara Torres

Presentato a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù

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di Serena Sartini

MADRID, mercoledì, 24 agosto 2011 (ZENIT.org).- Un doppio concerto-testimonianza per lanciare il suo ultimo disco “Punto y Aparte” (“Punto a capo”), un lavoro con brani sul coraggio e la speranza cristiana, con la gratitudine a Dio per ogni dono ricevuto. Sara Torres, cantautrice cristiana nicaraguense, si è esibita davanti a migliaia di pellegrini a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. Ma prima di giungere nella capitale spagnola, l’artista sudamericana si è esibita anche a Toledo, davanti a oltre 10mila giovani.

“Il nuovo disco è un cambiamento che esorta a smettere di lamentarsi e invita invece a guardare in alto – dice la cantautrice – e ringrazio Dio per le cose che mi dona ogni giorno”. Il nuovo album contiene una canzone che parla alle donne che vogliono abortire, incoraggiandole invece a tenere il proprio figlio. “Si intitola ‘Provida’ – spiega Sara Torres – ed è nata dal mio cuore quando ero incinta del mio quarto figlio, ma ancora non lo sapevo. Penso soprattutto alle donne che probabilmente non sanno cosa stanno facendo”.

Punto y Aparte è un cd che raccoglie canzoni di diverse tematiche e situazioni differenti: c’è un brano sulla difesa alla vita, uno dedicato alle persone depresse e a chi ha istinti omicidi, un brano vocazionale che in realtà è una vera e propria preghiera. Insomma un disco variegato che affronta a 360 gradi i temi che più stanno a cuore alla cantautrice: dalla vita alla preghiera, dalla vocazione alla speranza.

E la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid? “Non è stato facile partecipare con due concerti – afferma Sara Torres – ci sono volute molte richieste e operazioni burocratiche. Per quanto riguarda l’evento, invece, i giovani sono molto entusiasti e questo mi ha dato tanta energia e tanta forza per andare avanti”.

“Sono andata a Madrid soprattutto come pellegrina – aggiunge –, e anche per me è stato un ‘sacrificio’. Ma dico che ne è valsa la pena anche per una sola persona che, grazie alla mia musica e alla mia testimonianza, potrà incontrare Dio. Il mio canto è per una sola persona così come per migliaia: il numero non conta. Sento che con questa Giornata Mondiale della Gioventù abbiamo potuto raggiungere persone che non credono e di questo sono molto contenta”.

[Per maggiori informazioni su Sara Torres: http://www.saratorres.com/]

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ZENIT Staff

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