di Antonio Gaspari
ROMA, domenica, 21 agosto 2011 (ZENIT.org).- “La speranza che non delude è la fede in Gesù Cristo”. Così il Pontefice Benedetto XVI nel saluto inviato a monsignor Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, ha commentato il tema del XXXII Meeting di Rimini “E l’esistenza diventa un immensa certezza”. Il Meeting si è aperto con una celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato oltre 11.000 persone.
I numeri anche quest’anno fanno impressione: sono 115 gli incontri, 26 gli spettacoli, 10 le mostre, 11 le manifestazioni sportive, 332 i relatori che interverranno alla manifestazione, centosettantamila i metri quadrati degli spazi coperti in Fiera, 3.270 i volontari che consentiranno lo svolgimento della manifestazione. Tutti giovani provenienti da Italia, Egitto, Russia, Gran Bretagna, Brasile, Camerun, Canada, Cile, Costarica, Francia, Kosovo, Lituania, Messico, Nigeria, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Ucraina. Ottocento le persone (in maggioranza universitari) che, durante il “pre-Meeting” (dall’ 11 al 20 agosto), hanno lavorato gratuitamente per l’allestimento della Fiera.
Il messaggio augurale del Pontefice, trasmesso dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, spiega il dato antropologico secondo cui l’origine dell’uomo è voluta da qualcuno a cui egli naturalmente tende. Come indicato anche da monsignor Luigi Giussani, questo qualcuno ama l’uomo come i genitori amano i figli, e ciò che rende forti i bambini è la certezza dell’amore dei genitori.
“Già nella storia del popolo di Israele – ha scritto il Pontefice –, soprattutto nell’esperienza dell’esodo descritta nell’Antico Testamento, emerge come la forza della speranza derivi dalla presenza paterna di Dio che guida il suo popolo”.
“L’uomo non può vivere senza la certezza del proprio destino” , sostiene Benedetto XVI , ed è “con l’avvento di Cristo” che “la promessa che alimentava la speranza del popolo di Israele raggiunge il suo compimento”.
“In Cristo Gesù – sottolinea il Papa – il destino dell’uomo è stata strappato definitivamente dalla nebulosità che lo circondava” e “attraverso il Figlio nella potenza dello Spirito Santo, il Padre ci ha svelato definitivamente il futuro positivo che ci attende”.
Secondo il Pontefice “Cristo Risorto, presente nella sua Chiesa, nei Sacramenti e con il suo Spirito, è il fondamento ultimo e definitivo dell’esistenza, la certezza della nostra speranza” perché “solo la certezza della fede permette all’uomo di vivere in modo intenso il presente e nello stesso tempo, di trascenderlo, scorgendo in esso i riflessi all’eterno cui il tempo è ordinato”.
“I drammi del secolo scorso – ha precisato Benedetto XVI – hanno ampiamente dimostrato che quando viene meno la speranza cristiana, quando cioè viene meno la certezza della fede e il desiderio delle ‘cose ultime’, l’uomo s smarrisce e diventa vittima del potere” così “una fede senza speranza ha provocato l’insorgere di una speranza senza la fede”.
Il messaggio del Papa si conclude con la citazione di padre Festugière, secondo cui “l’immortalità cristiana ha per carattere proprio di essere l’espansione di un’amicizia” e che cos’è il paradiso se non il “compiersi definitivo dell’amicizia con Cristo e tra di noi?”.
“L’esistenza dunque – afferma padre Festugière – non è un procedere cieco, ma è un andare incontro a colui che ci ama. Sappiamo quindi dove stiamo andando, verso chi siamo diretti e questo orienta tutta l’esistenza”.