Card. Scherer: nessuno è esente dal peccato

L’Arcivescovo di San Paolo indica pratiche penitenziali

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SAN PAOLO, martedì, 19 aprile 2011 (ZENIT.org).- In questi giorni di preparazione alla Pasqua, la principale tra le commemorazioni liturgiche e le feste cristiane, la Chiesa “raccomanda le pratiche penitenziali, come esercizio di ricerca più intensa di Dio e della nostra conversione alle sue vie”, ha affermato l’Arcivescovo di San Paolo (Brasile), il Cardinale Odilo Scherer.

In un articolo pubblicato sulla rivista arcidiocesana “O São Paulo”, monsignor Scherer sottolinea che “il digiuno e la moderazione dei nostri desideri e delle nostre passioni non devono essere praticati solo come atti di ‘mortificazione’”.

Devono infatti essere vissuti “come esercizi che ci stimolano e ci aiutano nel processo della nostra conversione, motivati dalla Parola del Vangelo e dalla sincera ricerca di Dio, come unico assoluto della nostra vita”.

L’Arcivescovo ha affermato che tutti hanno bisogno di penitenza perché nessuno è esente dal peccato.

“E’ stato Gesù stesso a raccomandare ai discepoli di fare penitenza”, ha osservato. “La penitenza sincera porta al riconoscimento del fatto che le vie di Dio sono sagge e giuste, e alla sincera e umile obbedienza ad esse”.

Il porporato ha ricordato che ci sono esercizi personali di penitenza, che ciascuno “può e deve assumere con fede e retta coscienza davanti a Dio”.

“Possono essere la correzione di certi vizi, lo sforzo per riorientare le passioni disordinate, la riconciliazione con il prossimo, la riparazione delle offese, l’astensione dal consumo sfrenato di cose superflue, la pratica più intensa della carità e delle altre virtù”.

“Ci sono anche pratiche comunitarie di penitenza, come la Via Crucis, gesti di solidarietà in favore dei bisognosi, le celebrazioni penitenziali fatte in comunità”.

Gli esercizi personali e comunitari di penitenza, ha aggiunto, “dovrebbero portare a una confessione sacramentale ben fatta”.

“Gesù Cristo, che ci ha riconciliato con Dio e ci ha ottenuto misericordia e perdono mediante la sua croce, ha affidato alla Chiesa il ministero della riconciliazione. Attraverso il sacramento della confessione, riceviamo da Dio il perdono dei nostri peccati e possiamo sentire anche in noi l’effetto delle parole confortanti di Gesù: ‘Vai in pace, i tuoi peccati ti sono perdonati’”.

Per fare una buona confessione e ottenere il perdono sacramentale dei peccati, ha affermato il Cardinale, “è necessario avere la consapevolezza dei peccati e della loro gravità, essere sinceramente pentiti davanti a Dio, avere fede nel perdono dato da Dio attraverso la Chiesa e confeessare i peccati con sincera umiltà al sacerdote, ministro del perdono”.

“E’ infine necessario compiere la ‘penitenza’ imposta dal confessore e avere il fermo ‘proposito di emendamento’ e di non tornare a commettere gli stessi peccati”, ha indicato.

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ZENIT Staff

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