San Francesco e l’adorazione eucaristica perpetua

di fra Marco Ferrario*

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ROMA, lunedì, 18 aprile 2011 (ZENIT.org).- S. Francesco d’Assisi (1182 -1226), dal punto di vista della devozione all’Eucaristia, si è trovato a vivere in un’epoca un po’ simile alla nostra. Allora vi era una certa disaffezione verso l’Eucaristia. Questo fu fonte di tanta sofferenza per lui, ma non rimase inerte, per cui non perdette occasione per esortare all’amore verso il Cristo che ancora nell’oggi s’incarnava nella celebrazione eucaristica e rimaneva presente nel tabernacolo. Il suo amore era così forte che lo spinse anche a un’iniziativa curiosa: mandava i frati armati di scopa a pulire le chiese perché diventassero residenze dignitose del Signore, Re dei Re. S. Chiara condivise lo stesso slancio, ma con modalità femminile. Passò la vita a tessere e confezionare corporali e biancheria per l’altare per le chiese attorno ad Assisi, per dire con i fatti il suo amore, rispetto e devozione per Gesù presente nell’Eucaristia.

S. Francesco nota un’analogia tra l’Eucaristia e l’Incarnazione di Gesù. Infatti, ogni volta che viene consacrato il Pane eucaristico, Gesù si fa presente ancora in mezzo a noi. Ancora, vede un’altra analogia tra l’Eucaristia e l’offerta sacrificale di Gesù sulla croce, e infine, tra l’Eucaristia e Gesù presente tra e nei suoi fedeli. Tutto questo ha delle conseguenze pratiche. Adorando l’Eucaristia desidera trasformarsi nell’Amato e vuole imitarlo. Perciò percepisce continuamente la presenza di Gesù nella vita quotidiana, vuole immolarsi come Lui sulla croce e sviluppa un grande amore per il prossimo in cui vede presente Gesù.

Nella contemplazione dell’Eucaristia avviene che lo Spirito Santo si manifesti. Per s. Francesco è importante dare, con i fatti, la disponibilità alla Terza Persona della ss. Trinità, affinché possa operare in noi. Nasce così un dialogo nel quale il Signore parla attraverso il suo Spirito e noi rispondiamo attraverso la vita. Questo cambia il mondo. Infine, s. Francesco vede l’Eucaristia come il massimo dono di Dio e perciò ha un’infinita riconoscenza a Lui. Ravvisa nell’Eucaristia l’umiltà, la povertà e l’amore di Dio per noi. Da qui il desiderio di condividere con Gesù, queste tre caratteristiche. La conseguenza pratica è una vita offerta per amore di Dio e degli uomini.

Adorazione eucaristica perpetua

Nel mio servizio di figlio di s. Francesco, mi è stato chiesto per vari anni di occuparmi delle Missioni al Popolo. Ho avuto l’occasione di accostare tre Parroci lombardi che, in forza del loro grande amore per l’Eucaristia, hanno realizzato l’Adorazione eucaristica perpetua. Queste Comunità, in cui l’Adorazione si svolge giorno e notte, hanno un numero di parrocchiani variante dalle 5.000 alle 7.000 persone e sono sia di città che di paese. Ci sono anche altre piccole Comunità nelle quali l’Adorazione si svolge per 3 o 4 giorni la settimana, con turni di 24 ore.

Papa Benedetto XVI ha dichiarato nella catechesi di mercoledì 17 novembre: “Vorrei affermare con gioia che oggi nella Chiesa c’è una “primavera eucaristica”: quante persone sostano silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù!”. Credo sia uno dei segni dei tempi di questi anni. Mi sembra che Dio voglia questo e la Chiesa lo stia incoraggiando. Ormai non basta più pregare, bisogna fare in modo che la preghiera sia un incontro con Dio. Un santo orientale ha detto: “Ogni contatto con Dio è preghiera, ma ogni preghiera non è sempre contatto con Dio”.

Anche qui va detto chiaramente, sempre secondo la mia piccola esperienza, che l’Adorazione decolla e si accresce se i Parroci ci credono e sono loro i primi ad adorare. Nelle Parrocchie dove ho incontrato questi Parroci ci sono moltissime persone che adorano. Mi raccontava un Parroco che un suo fedele, incuriosito dall’andirivieni di persone nella cappella dell’Adorazione, si è offerto di pagare delle persone che per una settimana stessero a contare quanta gente frequentava la cappella. In quella Parrocchia di circa 7.000 abitanti, non si fa l’Adorazione la domenica; dunque in sei giorni ha contato circa 700 persone che si sono fermate ad adorare Gesù. Esiste qualche altra attività nelle nostre Parrocchie che nei giorni feriali attiri così tanta gente? E’ chiaro che qui c’è il dito di Dio. Quel Parroco è spesso presente in cappella, e non solo di giorno. Confessa molto e fa direzione spirituale. Questi frutti sono normali, perché chi adora Gesù eucaristia incomincia a sentire il desiderio di migliorare la sua vita per piacere sempre di più al suo Signore.

La novità di questo tipo di Adorazione, è che i responsabili diretti sono i fedeli laici, chiaramente sotto la super-visone del Parroco. Se si vuole che l’Adorazione si sviluppi è necessario dare fiducia ai laici, dar loro sul serio questa responsabilità e non per finta, allora si vedrà fiorire il deserto. Loro saranno i primi a proporre l’Adorazione ai propri amici e familiari, perché hanno constato nella propria vita i benefici. Infine, mi sembra importante dire che l’Adorazione andrebbe lanciata o rilanciata attraverso una predicazione di alcuni giorni, tipo settimana eucaristica, o qualche cosa di simile. Molti non sanno di che cosa si tratti, ma hanno il desiderio profondo, ancora inespresso.

Si tratta di farli innamorare di Gesù eucaristia, il resto verrà da sé. Ho l’impressione che siamo agli inizia di qualche cosa di grande, che va dritto al cuore di Dio e dell’uomo. Voglia il Signore fare la grazia di espandere questo tipo di Adorazione nella sua Chiesa ed assisteremo ad un rinnovamento profondo, duraturo e immerso in tanta letizia.

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ZENIT Staff

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