ROMA, mercoledì, 13 aprile 2011 (ZENIT.org).- La prossima Domenica delle Palme, 17 aprile, ricorrono gli ottocento anni da quando santa Chiara lasciò il palazzo paterno in Assisi per raggiungere la Porziuncola dove san Francesco e gli altri frati l’accolsero dando inzio ad una comunità di sorelle che diventeranno nel tempo l’Ordine delle Clarisse. Per questo nel 2011-2012 si celebrerà l’VIII Centenario dell’Ordine delle Clarisse.
In preparazione a tale evento venerdì 15 aprile, ad Assisi, il Protomonastero Santa Chiara e l’Istituto Teologico di Assisi hanno organizzato un incontro in cui sarà presentato il libro Intorno a Chiara (Edizioni Porziuncola, Assisi 2011) della prof.ssa Giovanna Casagrande, docente della Università degli Studi di Perugia, in cui l’autrice con uno studio inedito ricostruisce quanto avvenne nel 1211 tra Assisi e la Porziuncola e rilegge l’avventura spirituale di Chiara e del suo Movimento religioso, per coglierne la perenne ricchezza e attualità.
L’incontro spirituale-culturale, che si svolgerà nella Basilica di Santa Chiara, avrà inizio alle ore 16:30 con il canto delle Clarisse. Seguiranno poi l’indirizzo di saluto e l’introduzione della Madre Abbadessa del Protomonastero Santa Chiara, e le relazioni della prof.ssa Alessandra Bartolomei Romagnoli (“Chiara d’Assisi nell’anno 1211”) e di padre Paolo Martinelli (“Desiderio di martirio di Chiara e testimonianza di monsignor Luigi Padovese”). L’incontro si concluderà alle 18:00 con il canto dei Vespri.
Nel volume la prof.ssa Giovanna Casagrande spiega che “quando – tra il secolo XII e il XIII – compaiono Francesco e Chiara d’Assisi, il panorama religioso europeo presenta grandi novità” come risposta alla cosiddetta “riforma gregoriana” con cui “coincide” quello che è stato definito il “risveglio evangelico”.
“Non si tratta – continua la docente – soltanto dei fiorenti rami dell’albero benedettino, che ha prodotto originali riforme monastiche come quelle dei Camaldolesi-Avellaniti, Vallombrosani, Certosini, Cistercensi, ma di ordini completamente nuovi per struttura, regole, intenti di vita, come Fontevrault, Premontré, Grandmont, Gilbertini”.
Un fermento che coinvolgerà ampie presenze laicali, tanto che “dal secolo XII i laici, sia uomini che donne, si trovano ovunque: conversi/oblati presso monasteri, canoniche, ospedali; al seguito di predicatori itineranti; laici sono i Valdesi; d’impronta laica è il movimento beghinale; laici sono attivi in seno e al seguito dei Catari; ai laici Umiliati viene dato uno specifico spazio con la creazione del primo terz’ordine della storia della Chiesa medievale; laici s’incontrano in varie forme di vita penitenziale ed eremitica”.
In particolare, spiega, gli esordi della vicenda di Francesco e Chiara che abbracciano gli anni 1180-1210 possono essere letti “come una forma di reazione al contesto religioso-istituzionale in cui si trovano a vivere, in una terra dove ancora nessuno ha preso l’iniziativa di rompere con schemi e realtà consolidate”. Un segno forse della “poligenesi di fermenti e novità, indipendenti gli uni dagli altri, anche se animati da tensioni talvolta similari (volontà di vivere più autenticamente il Vangelo in spirito di povertà)”.
In breve, sottolinea, “in area umbra tutto il fermento innovativo sembra coincidere con Francesco e Chiara e poi, in linea generale, con l’evoluzione delle nuove formazioni mendicanti e non solo, il tutto all’unisono con il progredire e il maturare delle vicende economiche, sociali, politiche, istituzionali dell’età dei Comuni”.