Roma è quasi pronta per la beatificazione di Wojtyla

Card. Vallini: “Sabato, una notte di preghiera in stile ecologico”

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di Mariaelena Finessi

ROMA, martedì, 12 aprile 2011 (ZENIT.org).- «Oggi più che mai si ha bisogno di anima. Giovanni Paolo II, amante dell’uomo, si è avvicinato a persone anelanti giustizia ed ha mostrato una via e un modo di essere uomini, credenti, cristiani. Ecco perché credo, e spero, che la sua beatificazione potrà portare una ventata di speranza e un’anima a Roma e al mondo». Così il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, che ha presentato questo martedì in Campidoglio gli eventi legati alla beatificazione di Wojtyla.

«Le celebrazioni, dal punto di vista religioso, si moduleranno  in tre momenti principali», ha spiegato il porporato nel corso della conferenza stampa a cui hanno preso parte il Sindaco della Capitale, Gianni Alemanno e i membri dell’amministrazione capitolina. «Innanzitutto sabato notte – ha detto Vallini – ci sarà una veglia di preghiera a Circo Massimo. Si pregherà come lui faceva».

«Ci saranno coloro che lo hanno incontrato – ha continuato il porporato -, conosciuto e seguito personalmente, come il cardinale Stanislaw Dziwisz, suo segretario privato, Joaquín Navarro-Valls, ex direttore della Sala Stampa Vaticana mentre darà la propria testimonianza Marie Simon Pierre Normand, la suora miracolata. Insieme ripercorreremo virtualmente i cinque continenti, attraverso immagini video che ci condurranno al santuario del Divino Amore, per passare poi  in  Messico, in Tanzania, al santuario di Harissa in Libano per arrivare infine a Fatima, luogo particolarmente caro a Wojtyla».

Qui, infatti, il Papa si recò subito dopo l’attentato del 1981. Sentita la mano protettrice di Maria posarsi quel giorno su di lui, Karol volle far incastonare il proiettile che lo colpì all’addome nella corona della Madonnina. Nella notte si potrà continuare a pregare in varie chiese di Roma, da quella di San Bartolomeo all’Isola Tiberina fino alla Basilica di San Pietro.

«Il secondo momento, il più atteso, sarà la grande messa di Benedetto XVI per la beatificazione di Giovanni Paolo II, mentre nel pomeriggio sarà possibile visitare il luogo di sepoltura di Wojtyla». Maxi schermi installati in vari punti della città permetteranno a tutti di seguire l’evento. Momento conclusivo sarà la messa di ringraziamento lunedì 2 maggio presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano.

Quindi il cardinale ha lanciato una proposta ai giovani, coloro che lo hanno amato tanto e seguito ovunque nei suoi viaggi: «Chiediamo ai ragazzi, e non solo a loro, di portare con sé, nello zaino, un sacchetto di plastica per la raccolta dei propri rifiuti». «Sarà una notte ecologica – ha concluso Vallini -, sull’orma degli insegnamenti di Giovani Paolo II che per tutta la sua vita ha predicato l’amore per la natura».

Per quanto riguarda invece l’accoglienza dei pellegrini, esclusa la Protezione Civile che questa volta non scenderà in campo contrariamente a quanto avvenuto in occasione dei funerali di Wojtyla nel 2005, la gestione della macchina organizzativa è affidata al Comune di Roma. Le spese, come ha ricordato però il sindaco Alemanno sgombrando il campo dalle polemiche delle ultime settimane, sono sostenute perlopiù dagli sponsor e dall’Opera Romana Pellegrinaggi.

Attese, per le tre giornate, circa un milione di persone sebbene «solo 300mila – ha sottolineato il primo cittadino – si concentreranno a San Pietro». Nei luoghi strategici e di maggiore afflusso della città saranno invece presenti totem multimediali touchscreen, con guide per i pellegrini e informazioni pratiche che potranno anche essere ricevute sugli smartphone.

Due mostre accompagneranno questo importante evento: dal 29 aprile al 13 maggio “Karol il papa dei popoli” allestita in Piazza della Repubblica, presenterà – in contemporanea con Cracovia – una scelta di foto dedicate a Giovanni Paolo II e al suo rapporto con la città di Roma; dal 28 aprile al 25 settembre “All’altare di Dio” a Palazzo Caffarelli, nei Musei Capitolini, dove saranno esposte – in coincidenza con Varsavia –  immagini, oggetti e video della vita quotidiana di Karol Wojtyla.

Anche Piazza del Campidoglio parteciperà, il 2 maggio, alla grande festa ospitando alle 19 l’evento “Giovanni Paolo II e Roma: memoria e gratitudine”, con il concerto dell’orchestra stabile di Sanremo. Passaggi della vita del Papa polacco saranno ricordati, tra gli altri, dallo storico Andrea Riccardi, da monsignor Domenico Sigalini, Vescovo della diocesi di Palestrina, da don Massimo Camisasca, superiore della Fraternità sacerdotale di San Carlo Borromeo e da padre Lucio Maria Zappatore, parroco carmelitano della parrocchia Santa Maria Regina Mundi di Roma, poeta romanesco che ha dedicato molte poesie al Pontefice nonchè fautore della famosa frase che Wojtyla disse ai parroci e preti romani ricevuti in Vaticano il 26 febbraio 2004: «Damose da fa’, volemose bene, semo romani».    

Tra le tante testimonianze la più attesa è però quella del Rabbino emerito della Comunità Ebraica di Roma, Elio Toaff, che ricorderà la visita del 13 aprile 1986 di Papa Giovanni Paolo II alla Sinagoga romana.  Era la prima volta che un Papa pregava insieme agli ebrei: “fratelli maggiori” li chiamerà lo stesso Wojtyla durante il suo viaggio in Terra Santa. Si apriva un cammino che non si è mai arrestato. E un abbraccio che non si è mai sciolto.

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ZENIT Staff

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