Messico: ricordo di Giovanni Paolo II allo Stadio Azteca

Presieduto dal Nunzio Apostolico, monsignor Christophe Pierre

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CITTA’ DEL MESSICO, mercoledì, 6 aprile 2011 (ZENIT.org).- Domenica scorsa, nello Stadio Azteca di Città del Messico, dove ha avuto luogo uno degli incontri più straordinari delle cinque visite di Giovanni Paolo II in Messico, si è svolto un omaggio moltitudinario al Pontefice in vista della sua prossima beatificazione, il 1° maggio a Roma.

L’omaggio al “Papa messicano”, com’è stato chiamato in questo Paese non solo per la frequenza dei suoi viaggi e la calorosa accoglienza del popolo, ma anche per il suo immenso amore per la Madonna di Guadalupe, è stato presieduto da monsignor Christophe Pierre, Nunzio Apostolico in Messico.

Il Nunzio ha ricordato le parole di Papa Wojtyła alla fine della sua quinta visita nel Paese, dopo la canonizzazione dell’indigeno Juan Diego Cuauhtlatoatzin, destinatario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe: “Me ne vado, ma non mi assento. Anche se me ne vado, con il cuore resto!”.

“Queste parole (…) ci si presentano come una realtà misteriosa oggi che ci riuniamo per rendergli omaggio, consapevoli che dalla comunione dei santi egli è realmente con noi, invitandoci a fare memoria dei suoi messaggi e dei suoi insegnamenti e a guardare, liberi da ogni pregiudizio, la testimonianza della sua vita”, ha affermato monsignor Pierre di fronte a una folla giunta nello Stadio Azteca da ogni angolo del Messico per celebrare l’unico Papa ad aver indossato un sombrero.

L’inviato vaticano ha ricordato che Papa Giovanni Paolo II “è realmente presente, in primo luogo, nella nostra mente e nel nostro cuore, rinnovandoci quell’invito che ha rivolto per la prima volta al mondo sei giorni dopo la sua elezione: ‘Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!’”.

“E’ stato l’invito che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha rivolto al cuore degli uomini e delle donne del suo tempo: ‘Aprite le porte a Cristo!’, senza paura della verità e volgendo lo sguardo all’unico orizzonte di speranza che è il Signore Gesù, vincitore del male, del peccato e della morte”, ha proseguito.

Il Messico, il Paese con il secondo numero più alto di cattolici al mondo, non aveva mai ricevuto la visita di un Pontefice (Giovanni Paolo II è l’unico ad averlo visitato), e ha accolto il “Papa pellegrino nel primo degli oltre cento viaggi all’estero che ha compiuto, in quel gennaio 1979 in cui è venuto a inaugurare la riunione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) a Puebla”, ha sottolineato monsignor Pierre.

Il ricordo delle immense folle che si sono date appuntamento nelle strade, nelle piazze, negli stadi, nelle chiese, è rimasto nel cuore sia del Papa che dei messicani, e ha contribuito sensibilmente a far sì che le relazioni tra la Chiesa e lo Stato si trasformassero in direzione positiva circa l’esercizio della libertà religiosa in Messico.

Per questo, ha detto il Nunzio, “anche oggi ringraziamo Dio per aver permesso al popolo messicano di camminare quasi per mano con il grande uomo che ha saputo difendere la dignità umana di ogni uomo e di ogni donna, che ha reclamato i diritti del povero, il rispetto per i nostri fratelli indigeni, la giustizia sociale, la pratica della solidarietà, la ricerca del bene comune e della pace”.

“La Madonna, alla quale egli ha consacrato il suo pontificato, ha già accolto accanto a sé Giovanni Paolo II”, ha concluso monsignor Pierre.

“Per questo, possiamo essere certi che, accanto a lei, ci sarà anche Giovanni Paolo II a favorirci con la sua intercessione amorevole presso nostro Padre Dio, perché sappiamo mantenere vivi e attivi, ciascuno e tutti come Nazione, il ricordo delle sue visite, l’attualità e il valore innegabile dei suoi insegnamenti e la trasparenza della sua umiltà e della sua testimonianza di vita”.

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ZENIT Staff

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