di Nieves San Martín
BUENOS AIRES, venerdì, 29 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Un ramo nuovo della famiglia religiosa di Don Orione inizia ad estendersi in America Latina. Sono le religiose sacramentine contemplative non vedenti.
Tutto è iniziato in Argentina, ha spiegato a ZENIT suor María Virginia Borda. “La nostra missione è quella di essere adoratrici”.
Dal 1° al 6 novembre, questa comunità diffusa in vari Paesi latinoamericani si riunirà nella Casa Provinciale, a Buenos Aires.
Accanto alla Madre generale María Irene Bizzotto, alla vicaria generale María Mabel Spagnolo e alle superiore provinciali di Brasile, Cile e Argentina, le comunità di contemplative sacramentine di questi Paesi si dedicheranno ad “analizzare e paragonare il cammino percorso”, ad avanzare proposte per crescere nella loro missione e a scegliere tra loro una religiosa che parteciperà al Capitolo Generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
Le sacramentine dell’Argentina hanno eletto come rappresentante la prima suora sacramentina non vedente del Paese, suor María Fe. Sia suor María Virginia che suor María Fe hanno comunicato direttamente con ZENIT mediante un computer adattato alla loro situazione.
La storia di questa religiosa argentina è, come indica il suo nome, una storia di fede, di molta fede. Fede per trasformare gli ostacoli che devono affrontare i non vedenti in altrettante mete da superare.
“Mi chiamo Micaela, nella religione suor María Fe del Santissimo Sacramento. Sono nata a Comallo, nella provincia di Río Negro. Attualmente la mia famiglia vive a San Carlos de Bariloche, dove vado in genere in vacanza”, ha riferito a ZENIT.
“Quando avevo 11 anni, mentre aspettavo l’autobus, vidi passare molte bambine che indossavano uno spolverino bianco, tutte molto allegre, accompagnate da una religiosa anche lei allegra. Guardando verso dove mi trovavo mi sorrise”.
Il sorriso di quella religiosa che esortava le bambine le fece concepire l’idea di essere come lei. Non poté realizzare il suo sogno perché un’infezione le fece perdere la vista in modo prima parziale e poi totale quando aveva 15 anni.
“Venni a Buenos Aires a studiare nel collegio per ragazze non vedenti ‘Hogar Santa Cecilia’. Tra studio e giochi non mi ricordai più della mia vocazione. Vedendo le suore così misericordiose, educate e con grandi accorgimenti nei confronti dei non vedenti, chiesi alla madre superiora di accogliermi nella sua congregazione”, ha aggiunto suor María Fe.
La superiora le rispose che se fosse stato per lei l’avrebbe accolta immediatamente, ma che la sua congregazione non accettava non vedenti. La orientò tuttavia verso l’opera di San Luigi Orione, fondatore delle Piccole Suore Missionarie della Carità (PHMC), che ha un ramo di religiose non vedenti, fondate a Tortona (Alessandria).
“Mi mise in contatto con un sacerdote della Piccola Opera della Divina Provvidenza (PODP), padre Roque Tonoli. Mi ha illuminata, mi ha guidata durante i sette anni che mi hanno fatto aspettare, fino ad averne 21. Padre Tonoli ha chiesto ai superiori maggiori il permesso affinché tre suore non vedenti si recassero in Argentina per fondare qui questo ramo”, ha riferito la prima sacramentina argentina.
“Da allora, il 15 agosto 1952, siamo entrate in quattro, vivendo nella casa provinciale. Qui mi sono preparata come postulante, novizia, professa, condividendo la vita con tutte le PHMC, fino al 1975, quando ci siamo trasferite a Claypole”.
Ora le sacramentine non vedenti sono già diffuse in altri Paesi del continente americano.
La riunione di Buenos Aires, che si celebrerà tra maggio e giugno 2011, “è un momento fraterno, in cui ci comunicheremo esperienze e desideri”, ha detto la suora.
Quando la chiamata di Dio è radicata in qualcuno, non ci sono ostacoli, solo il desiderio di seguire il disegno inscritto nel cuore. Un desiderio che in questa storia ha trovato il campo fertile del carisma ispirato a Don Orione in Italia e già radicato nel continente americano.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]