Romano Guardini, un ricercatore della verità di Dio e sull’Uomo

Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti a un congresso sul teologo italo-tedesco

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ROMA, venerdì, 29 ottobre 2010 (ZENIT.org).- “Un uomo del dialogo interiore” e dello scambio culturale con gli uomini, desideroso di “conoscere la verità di Dio e la verità sull’Uomo”. E’ questo il profilo di Romano Guardini tracciato da Benedetto XVI nel ricevere in udienza venerdì mattina, in Vaticano, i partecipanti al congresso promosso a Roma dalla fondazione berlinese dedicata allo studioso italo-tedesco, scomparso 40 anni fa. 

Il Papa, ha riferito L’Osservatore Romano, ha ricordato che Guardini non amava guardare alla realtà dal di fuori, come se si trattasse di un mero oggetto di ricerca. Al contrario egli amava avvicinarsi alla verità attraverso uno scambio vivo con il mondo e con l’uomo, a partire dalla consapevolezza che la persona sa di essere in rapporto con Dio, che la precede e al quale non può sottrarsi.

“Ed era questo orientamento – ha detto il Pontefice, secondo quanto riportato da Radio Vaticana – del suo insegnamento che aveva colpito noi giovani: noi, infatti, non volevamo conoscere un’esplosione di tutte le opinioni che esistevano all’interno o al di fuori della cristianità, perché noi volevamo conoscere ciò che è. E lì c’era uno che, senza paure e allo stesso tempo con tutta la serietà del pensiero critico, si poneva di fronte a questa domanda e ci aiutava a seguire il pensiero”.

Tuttavia, ha proseguito Benedetto XVI, anche se la verità di Dio “non è astratta o trascendente, ma si trova nel vivo-concreto, nella figura di Gesù Cristo”, talvolta anche l’uomo più disponibile “non sempre” comprende “quello che dice Dio”. Serve, allora, “un correttivo, e questo consiste nello scambio con l’altro”.

“Guardini era un uomo del dialogo – ha proseguito –. Le sue opere sono nate quasi senza eccezione da un dialogo, se non altro interiore (…) Dall’apertura dell’Uomo per la verità per Guardini ne consegue un ethos, un fondamento per il nostro comportamento morale nei riguardi del nostro prossimo, come esigenza della nostra esistenza. Proprio perché l’uomo può incontrare Dio può agire per il bene”.

Guardini, ha sottolineato ancora il Papa, fu anche un sensibile pedagogo per i giovani. I loro ideali di autodeterminazione, responsabilità, sincerità interiore “li purificava e li approfondiva”, insegnando che la “libertà è verità” e che l’uomo è vero se lo è “secondo la sua natura” che porta a Dio.

Inoltre, accompagnando i giovani, Guardini cercò anche un nuovo approccio alla liturgia: “La riscoperta della liturgia per lui era riscoperta dell’unità tra spirito e corpo nella completezza dell’uomo intero. Infatti, l’atteggiamento liturgico è sempre atteggiamento fisico e spirituale. La preghiera è allargata dall’agire fisico e comunitario e così l’unità si apre a tutta la realtà”.

“Guardini vedeva nell’università il luogo della ricerca della verità – ha evidenziato poi –. Questo, però, può essere solamente se essa è libera da qualsiasi strumentalizzazione e da qualsiasi coinvolgimento politico o di altro genere”.

“Oggi più che mai, in un mondo fatto di globalizzazione e frammentazione, è necessario che questa esigenza venga portata avanti”, ha infine concluso.

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ZENIT Staff

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