SAN PAOLO, venerdì, 29 ottobre 2010 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di San Paolo (Brasile), il Cardinale Odilo Scherer, ricorda che la missione “non può essere effettuata con prediche vaghe, o con personalismi che fanno apparire più il predicatore che Cristo e il suo Vangelo”.
Monsignor Scherer ha parlato del tema della missione – nel contesto della Giornata Missionaria Mondiale, celebrata domenica scorsa – nell’edizione di questa settimana della rivista arcidiocesana “O São Paulo”.
Riferendosi al Messaggio del Papa per la Giornata, il Cardinale afferma che la missione “sarà tanto più efficace quanto più ci sarà unità tra i cristiani”.
“Si tratta dell’unità nella stessa fede e adesione a Gesù Cristo e, attraverso di lui, dell’adesione a Dio Padre, nel dono dello Spirito Santo; ma anche dell’unità nella comunione ecclesiale, che nasce dal nostro comune incontro con il Signore Gesù Cristo e con il suo Vangelo. In questo e intorno a questo si costruisce e si realizza la comunione ecclesiale”.
“Una Chiesa divisa perderebbe la sua credibilità di fronte al mondo. L’azione missionaria non è opera di pochi, ma di tutti i membri della comunità ecclesiale”, ricorda monsignor Scherer.
A suo avviso, lo sforzo missionario “richiede la conversione personale a Cristo e al suo Vangelo, ma include anche la conversione della mentalità e la revisione del ritmo delle nostre occupazioni e dei nostri programmi”.
Le difficoltà nel cammino dell’evangelizzazione possono essere risolte “quando esiste ‘ardore missionario’ e la consapevolezza che siamo ‘collaboratori dell’opera di Dio’”.
“L’opera missionaria, infatti, non è svolta da salariati, né con metodologie fuori portata; è soprattutto opera di ‘amici’ di Gesù, che l’hanno lasciato entrare nella propria vita e sono rimasti affascinati da lui”.
“Questi sono capaci di affrontare qualsiasi ostacolo o stanchezza, senza risparmiare sforzi e sacrifici; saranno capaci perfino di donare la vita per Cristo”, conclude il Cardinale.