SYDNEY, martedì, 26 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Riflettendo sulla canonizzazione, avvenuta la scorsa settimana, della prima santa australiana, il Cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney, ha affermato che ha “riscaldato il cuore” vedere l’immagine di Santa Mary MacKillop sulla facciata della Basilica di San Pietro.
Questa domenica, il Cardinale ha fornito un breve resoconto dell’evento, che ha riunito circa 8.000 australiani a Roma per la Messa di canonizzazione della fondatrice delle Suore di San Giuseppe, e molti altri pellegrini da luoghi come Nuova Zelanda, Scozia, Perù e Timor Est, dove le suore di questa Congregazione lavorano attualmente.
Nella stessa celebrazione, il Papa ha canonizzato anche Stanislaw Soltys (Polonia), André Bessette (Canada), Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola (Spagna), Giulia Salzano e Battista Camilla Varano (Italia).
Il Cardinale Pell ha lodato “l’ampia approvazione nella comunità australiana”, e in particolare “la commissione parlamentare bipartisan guidata dal Ministro degli Esteri e dal viceleader dell’opposizione giunta a Roma”.
Ha anche lodato Tim Fischer, il primo ambasciatore australiano a tempo pieno presso la Santa Sede, non solo per aver assistito a tutti gli eventi, ma anche per aver organizzato “una serie di celebrazioni di successo”.
Il Cardinale ha sottolineato che “Kanga Two” – una roulotte di sostegno per fornire aiuto e informazioni agli australiani – ha stazionato di fronte a San Pietro, e che l’ambasciata australiana è stata molto utile per risolvere i problemi dei pellegrini.
“Ho sentito di una gamba rotta e di 14 passaporti persi o rubati, un buon risultato visto il numero di pellegrini coinvolti”, ha aggiunto.
Lunedì, circa 5.000 australiani si sono riuniti nella Basilica romana di San Paolo fuori le Mura per una Messa di ringraziamento. Il Cardinale Pell ha spiegato che il luogo è stato scelto sia per le dimensioni che per gli “antichi legami con il mondo anglofono”.
“Prima della Riforma, i re cattolici d’Inghilterra erano canonici onorari della Basilica, che è ora la sede tradizionale dei servizi ecumenici”, ha spiegato.
Grandi cose
Durante la Messa, suor Maria Casey, postulatrice della causa di Mary MacKillop, ha affermato che “a Roma sono accadute grandi cose” il giorno della canonizzazione di quest’ultima. Ha aggiunto che grandi cose sono accadute anche in “Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Scozia, Stati Uniti, Timor Est, Perù e altri luoghi”.
“Non è più solo la nostra santa australiana”, ha aggiunto la suora di San Giuseppe. “E’ una santa per il mondo intero”.
Nella sua omelia, il Cardinale Pell ha sottolineato che gli australiani sono “felici e grati” per la canonizzazione della prima santa nata nel loro Paese.
Riflettendo sulla vita di Mary MacKillop, l’Arcivescovo di Sydney ha affermato che “qualunque cosa abbia fatto, l’ha fatta nel nome del Signore Gesù, e ha posto il suo cuore in primo luogo sul Regno di Dio e sulla sua giustizia che salva. E’ stata questa fede a motivare il suo servizio e il gran numero di donne che si sono unite a lei”.
“Santa Maria della Croce è una di loro”, ha affermato, “figlia di una società libera e aperta. La sua è una voce australiana, la voce di una grande donna che gli australiani possono riconoscere come una di loro”.
Per il Cardinale Pell, Santa Mary MacKillop è una fonte di ispirazione per tutti gli australiani, soprattutto per quanto riguarda i suoi insegnamenti sul perdono, sull’aiutare gli altri e sulla forza di fronte alle difficoltà. “Questi insegnamenti parlano a donne e uomini di tutte le età”, ha dichiarato.
“L’Australia non è un Paese perfetto”, ha concluso il Cardinale, “ma le benedizioni che Dio ci ha elargito sono state abbondanti. Ora Egli ha elevato tra di noi Santa Maria della Croce perché sia la nostra prima santa”.