ROMA, martedì, 26 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Caro don Piero, ti scrivo così, d’impeto, perchè mi sembra troppo esagerato che in tutti i telegiornali e in tante altre trasmissioni si parli del caso di quella povera ragazzina, Sara, uccisa dallo zio o da un’altro familiare ad Avetrana (Taranto) e che i giornali “laici” seguano questo andazzo verso “il sempre peggio sempre meglio”. E’ il dramma di una, anzi, di due famiglie e trovo vergognoso che i giornalisti si accaniscano nel seguire giorno per giorno questa vicenda e voler a tutti i costi conoscere la verità che…forse… non si saprà mai. L’unica cosa certa è che la ragazzina è morta lasciando dolore, sgomento, rabbia. Ma, perchè non c’è pietà per quanto è accaduto? Perchè voler mettere in primo piano fatti di cronaca di questo genere e non piuttosto esaltare chi, con umiltà, con dedizione, si prodiga per il bene di tanti bambini che giornalmente muoiono di fame, di stenti, di malattie perchè ci sono altre persone che si arricchiscono alle spalle di questi poveri innocenti e indifesi? Perchè è tanto importante far conoscere all’opinione pubblica i risvolti di queste indagini, solo per il gusto di portare alla pubblica vergogna chi ha commesso il fatto o, forse, per arricchire le proprie tasche per essere arrivato prima di altri a scoprire ciò che dovrebbe essere taciuto per pietà e per rispetto di chi soffre e, soprattutto, di chi non c’è più? Insomma, di questa televisione non se ne può più! Mi sembra che, dietro al “dovere di fare cronaca” e alla sacrosanta ”libertà di stampa e di opinione”, si nasconde il desiderio di demolire non di costruire, la malvagia volontà di usare i fatti scandalosi, vergognosi, osceni, per aumentare i telespettatori e, per i giornali, i lettori. Ma i giornalisti e i conduttori di televisioni hanno un minimo di moralità o sono il peggio che il paese Italia può produrre? Scusami il tono perchè anche tu sei giornalista, ma ti scrivo perché sono in posizione di sentire molta gente e vedo che si esprimono in questo tono. Credimi tuo
S.N. Firenze
L’amico vuole conservare l’anonimato e lo accontento. Sono d’accordo al cento per cento con le sue riflessioni. Non sono sicuro che i giornalisti siano il peggio che l’Italia produce, ma certo giornali e Tv creano un’atmosfera pessimistica che influenza soprattutto i giovani, stimolandoli al cinismo, alla durezza di cuore, al non saper più dov’è il bene e dove il male. Però diciamoci la verità. L’unico o uno dei pochi quotidiani che in Italia non segue questa tendenza è “Avvenire” (e altri quotidiani cattolici), giornale povero di colori e di scandalismi, ma molto ben informato, specialmente sui continenti e paesi extra-europei. Ebbene, come mai Avvenire non riesce ad affermarsi? Lo stesso si può dire delle Televisioni cattoliche, TV 2000, Telepace e altre. Come mai anche loro rimangono nel limbo dei media di nicchia, come si dice, cioè visti da una minoranza di lettori e telespettatori che preferiscono leggere le storie poco edificanti di Avetrana.
Un po’ di anni fa, all’inizio degli anni Novanta, sono stato una settimana a Madrid ospite dei Salesiani e tutte le sere vedevamo il telegiornale spagnolo. Ricordo bene che, dopo la politica e l’economia, c’era una breve sintesi dei fatti luttuosi della giornata, rapine, furti, scandali (3-4 minuti in tutto), poi la seconda metà del Tg era occupata da servizi giornalistici su problemi e situazioni nazionali e internazionali. Ricordo che una sera c’era una lunga trasmissione dedicata alla Cambogia, nella quale avevano intervistato padre Toni Vendramin, missionario del Pime anche oggi in Cambogia. Nei Tg italiani questo non succede mai! [Padre Piero Gheddo]