ROMA, domenica, 24 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Dopo la preghiera mariana dell'Angelus in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha ricordato che questo sabato, a Vercelli, è stata proclamata beata suor Alfonsa Clerici (1860-1930), della Congregazione del Preziosissimo Sangue di Monza. 

“Rendiamo grazie a Dio – ha detto il Papa – per questa nostra Sorella, che Egli ha guidato alla perfetta carità”.

La solenne celebrazione si è tenuta nel Duomo di Vercelli ed è stata presieduta da mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e futuro Cardinale nel Concistoro annunciato per il 20 novembre prossimo.

Primogenita di dieci figli di una famiglia contadina del Milanese, Alfonsa entrò a 15 anni nel collegio delle Suore del Preziosissimo Sangue a Monza. Nel 1879 conseguì il diploma di maestra in grado superiore e iniziò a insegnare nella scuola pubblica di Linate.

Nel 1911 venne chiamata a dirigere il collegio “Ritiro della Provvidenza” a Vercelli, un istituto di accoglienza per orfani o persone che vivevano una situazione familiare difficile.

Alfonsa, ha spiegato mons. Angelo Amato, “era generosissima nel perdono, nella comprensione, nella sopportazione, nell'incoraggiamento alla virtù. Spesso si prestava ai lavori di cucina, per permettere alle suore di partecipare alle funzioni solenni”.

“Collaudata maestra di scuola ed esperta di pedagogia – ha aggiunto –, ella impostò la sua educazione sulla carità. Dal prezioso sangue di Cristo attingeva parole di conforto, che diradavano le tenebre della tristezza e allargavano gli spazi della speranza e della gioia”.

Suor Alfonsa, ha sottolineato poi, “soleva dire che essere caritatevoli con i poveri significava servire e amare Gesù. Quando qualcuno ribatteva che anche la Casa della Provvidenza era povera e che con le continue elemosine che lei faceva ne soffriva, replicava: più si dà ai poveri e maggiore Provvidenza entra in casa”.

“A una ex-alunna – ha concluso – , diventata novizia scrisse: ‘Se tu mi chiedessi quale via devi prendere per farti Santa, ti dirò: l’Umiltà. La seconda via è l’Umiltà, la terza ancora l’Umiltà’. Era talmente abitata da questa virtù che s’impegnò con voto alla pratica dell’umiltà”.